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martedì 05 agosto 2025

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

La guerricciola delle due rose

di Nicola Belcari - martedì 05 agosto 2025 ore 08:00

La piccola fiammiferaia

C’era una volta una giovane volenterosa e appassionata, ma ancora inesperta del mondo fin quasi a rasentare l’ingenuità. Era la sera dell’ultimo dell’anno e il freddo inclemente, questa giovane era scalza e senza cappotto. Aveva perso le scarpe troppo grandi e camminava a piedi nudi sulla neve.

Si rannicchiò a un angolo della strada per vendere gli almanacchi e il calendario del nuovo anno. Non aveva venduto niente e a casa l’avrebbero rimproverata e forse picchiata.

Aveva tre fiammiferi e pensò di accenderne uno per scaldarsi. Nella luce credette di vedere che a casa tutti erano d’accordo con lei. La fiamma si spense e la visione sparì. Accese il secondo fiammifero e nella luce sul muro vide che le sue idee sulla pace erano accolte. Ma in un istante tornò il gelo. Allora accese l’ultimo fiammifero e vide che il rifiuto delle armi trovava concordi i litigiosi abitanti della sua casa. L’incantesimo durò poco. Tornò il freddo e la giovane non riuscì a sopravvivere.

La mattina fu trovata senza vita all’angolo della via. Nel momento terribile aveva ripensato a quelle visioni serene e un lieve sorriso aveva increspato le labbra esangui.

Le persone che la trovarono non potevano sapere ciò che aveva visto e l’aveva confortata nell’ultima ora. Lei era in cielo in un mondo migliore. Si chiamava Scilain (è lì Scilain? si chiedevano) e la sua casa era il partito di quelli che per prendere una decisione sfogliavano la margherita sotto un ulivo in un campo troppo largo per essere coltivato.

La tigre della Malesia

Una comandante, capo venerato, dai capelli d’oro e gli occhi, globi fiammeggianti, del colore del cielo, guarda dal colle più alto la tempesta che si è abbattuta sulla capitale del regno. È la tigre della Melanesia. È sola.

A un suo cenno i tigrotti di Mons Citorium la circonderebbero devoti, pronti a fare scudo col proprio corpo.

Domina sui misteri della jungla nera. Medita sul destino. Avrebbe potuto essere la perla di Labuan della borgata. La sua indole è la lotta senza quartiere. Con una voce cavernosa che fa tremare chiama a raccolta i suoi fidi e intima: “dobbiamo fare le nomine!” (sottinteso quell’ente). Detesta quel compito ingrato. Sognava, issate le vele di una nave corsara, la battaglia sul mare, gli abbordaggi a tribordo e babordo, il corpo a corpo, la disfatta degli invasori.

Che donna! (una virago!)

Nicola Belcari

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