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giovedì 28 marzo 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Cosa ci sta accadendo

di Federica Giusti - venerdì 10 marzo 2023 ore 09:00

Più passa il tempo e più mi rendo conto che qualcosa, nella nostra società, non va come dovrebbe...e non voglio parlare di tutto ciò che riguarda l’economia, la politica o i massimi sistemi, ma di ciò che mi riguarda da vicino ogni giorno, le relazioni e gli esseri umani.

Noto scarso rispetto tra le persone e una grande aggressività che rimanda alla filosofia del tutto e subito. Non siamo più in grado di attendere che una persona banalmente possa rispondere al telefono o di comprendere che può permettersi il lusso di staccare quel telefono e non essere sempre disponibile per ogni nostra richiesta. Ed invece sembra essere tutto disfunzionale. Lo sforzo sembra essere unidirezionale, tu ti impegni in qualcosa che dall’altra parte viene dato per scontato, ma sono tutti pronti a puntare il dito quando manchi in qualcosa. Non mi sto riferendo solo all’aspetto lavorativo, nel quale, come mi confermano anche molte colleghe ultimamente, si fa davvero fatica a barcamenarsi tra le richieste costanti e perpetue, talvolta assurde che ci vengono rivolte. Ma penso anche a ciò che accade nella vita di tutti i giorni. Sei in fila alla reception di un albergo per aspettare il tuo turno per il check-in, e arriva una coppia che si lancia direttamente al desk, senza preoccuparsi minimamente del fatto che tu fossi lì, e nessuno dice niente, neanche gli operatori dell’albergo. E anche le persone che dicono di volerti stare vicino non lo fanno, si permettono il lusso di non pensare a ciò che dicono, e magari ti lanciano addosso una frase totalmente irrispettosa, glielo fai notare ma non riescono a provare un minimo di empatia perché quello è il loro punto di vista e il tuo può essere calpestato, ma poi, se ti irrigidisci allora passi per la guastafeste della serata, perché no, dei problemi non se ne parla, se sono i tuoi, se ne parla solo se sono i loro.

Tutti pronti a giudicare e sparare sentenze, lo abbiamo visto anche con Sanremo, dove più che valutare le canzoni, sembra che siano state valutate le singole persone, valutazioni sterili e superficiali, perché no, credo che nessuno sia andato a cena con Rosa Chemical o con Chiara Ferragni, o a far colazione con Amadeus o Giovanna, quindi affermare delle cose intime e personali su di loro, non ha veramente senso, se non quello di scaricare una quantità enorme di rabbia e frustrazione. Più semplice inveire contro qualcuno che chiedersi perché provo determinate emozioni.

Questi sono solo alcuni esempi, alcune suggestioni che ho voluto lanciarvi per riflettere sul fatto che viviamo in un tempo in cui non c’è tolleranza per la frustrazione e non c’è rispetto dell’altro, un tempo in cui la violenza verbale e la pretesa la fanno da padrone. Ma in questo tempo ci siamo noi, noi siamo parte attiva, noi possiamo cambiare le cose, o almeno provarci. Predicando il rispetto e la gentilezza, l’attenzione e la cura verso noi stessi e verso gli altri, provando a dire grazie e scusa, provando a tendere una mano quando necessario.

No, vi assicuro che non è tempo perso e non sono energie sprecate, perché se iniziamo a trasformare il circolo vizioso in uno virtuoso, possiamo davvero cambiare la nostra realtà.

Ma dobbiamo impegnarci e volerlo, e smettere di pensare che sia normale quello che vediamo.

Federica Giusti

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