Cazzullo e nostre radici
di Federica Giusti - venerdì 20 dicembre 2024 ore 08:00

Venerdì scorso ho avuto il piacere di andare a teatro con amici a vedere lo spettacolo di Aldo Cazzullo sullo sfondo del suo ultimo libro “Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia”, evento facente parte del ciclo di incontri promossi da Ecofor.
Senza scendere nel dettaglio degli argomenti trattati, quello che mi ha colpito è ciò che ha detto in apertura anche l’assessore Sonia Luca, ossia l’importanza delle nostre radici.
A prescindere, infatti, dal nostro credo religioso, è indubbio che l’Italia sia un paese che affonda le proprie radici culturali nel cattolicesimo, e, quindi, nella Bibbia.
Anche in terapia c’è la tendenza ad andare a fondo nelle vite e nelle storie dei pazienti, andando alla ricerca delle loro radici appunto.
Conoscere il passato, le storie e le tradizioni di coloro che ci hanno preceduto è fondamentale per ognuno di noi, fuori e dentro la stanza della terapia.
E Cazzullo lo ha ben rappresentato ogni volta in cui ha fatto parallelismi tra ciò che è narrato “nel romanzo più grande della storia” e ciò che noi viviamo attualmente.
Le relazioni intese come esseri viventi, come dico sempre io, si evolvono con noi, ma rimangono anche fedeli a loro stesse per cui quelle descritte nella Bibbia non si distaccano molto da quelle attuali.
Uomini e donne messi alla prova per dimostrare quanto siano aderenti ad un’idea, fratelli messi uno contro l’altro, menzogne, litigi, guerre, niente di diverso da ciò che vediamo ogni giorno.
Ma anche la speranza, parola chiave secondo me della serata, l’amore, la fratellanza e l’idea di cooperare per raggiungere un obiettivo comune, credo che possano essere elementi attuali e che risuonano molto in questo momento storico.
E anche qua perdonatemi ma non riesco a non fare un confronto con la psicoterapia, contesto nel quale si entra animati da emozioni diverse, contrastanti, spesse volte dolorose sul piano emotivo, ma la ricerca delle proprie radici, il cercare di definire e ridefinire il proprio posto nel contesto, può aiutare ad uscire dalla psicoterapia animati dalla speranza.
Perché se la Bibbia è il più grande romanzo della storia, la psicoterapia può aiutarci a scrivere e riscrivere il nostro romanzo personale, animato proprio dalla speranza del cambiamento.
Federica Giusti