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giovedì 05 dicembre 2024

INCONTRI D'ARTE — il Blog di Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci è nato Pontedera e vive a Calcinaia. Giornalista e critico ha pubblicato numerosi volumi sul cinema e sull’arte. Tra le sue pubblicazioni “Paolo e Vittorio Taviani , la poesia del Paesaggio”, editore Gremese. Ha diretto la rivista letteraria Ghibli ed ha collaborato con importanti istituzioni pubbliche. Attualmente è funzionario della Regione Toscana.

Luca Alinari: l’arte della pittura

di Riccardo Ferrucci - giovedì 05 luglio 2018 ore 14:17

Riccardo Ferrucci e Luca Alinari

Abbiamo incontrato a Firenze Luca Alinari uno dei protagonisti della pittura italiana contemporanea. Autodidatta, esordisce nel 1968 con la sua prima esposizione personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze. Durante gli anni settanta avvia una serrata ricerca sul libero accostamento di oggetti e figure all'interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada e della Pop Art. In questi anni sperimenta diverse tecniche pittoriche, nelle quali coniuga colori fluorescenti, decalcomania, collage, trasposizioni fotografiche. Nel corso degli anni ottanta ottiene i primi riconoscimenti ufficiali con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982 e alla XI Quadriennale romana nel 1985. 

A Firenze nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, dal 1999 è esposto, acquistato dal Museo stesso, il suo Autoritratto . La sua è una pittura di colori orientali; una straordinaria rappresentazione astratta in due dimensioni, fatta di scomposizione e ricomposizione delle forme come in un gioco di specchi. La struttura delle forme, che rivela un profondo studio, offre alla stessa immagine in più prospettive, come se l’ osservatore avesse più di un punto di vista.Ad Alinari va il merito di aver introdotto una nuova filosofia, una nuova estetica, una nuova storia dell’arte, della sua arte, assolutamente inscindibile dal vivere quotidiano, che sa unire e far convivere le diverse, varie e variegate capacità del pensiero in armonia perfetta, il cui risultato ha cancellato ogni opposizione e contraddizione.

Recentemente hai ricevuto il gonfalone d’argento da parte del Consiglio Regionale della Toscana ennesimo riconoscimento alla qualità del tuo lavoro.

E’ un premio importante ed è un riconoscimento che va al mio lavoro, all’impegno della mia vita nell’arte. E’ un modo per riconoscere la mie dedizione al lavoro artistico che affonda le sue radici nei lontani anni settanta ed arriva ad oggi.

Le tue mostre ti hanno portato in tutto il mondo, però fra pochi giorni inauguri una mostra particolarmente importante al Museo del Bardo di Tusini. Ci puoi parlare di questa tua nuova avventura artistica ?

E’ un luogo di grande prestigio, il primo museo africano che raccoglie la più grande collezione di mosaici romani e greci al mondo. Quello chi ma interessato in questa proposta espositiva è che tutto nasce dalla volontà di dialogo e incontro tra culture diverse. Un dialogo per cercare elementi di sintonia, di vicinanza, per arrivare a momenti di comprensione reciproca; si cerca una idea artistica comune, che provochi una reale amicizia. In questa mostra presento opere degli ultimi venti anni di attività che descrivono in maniera compiuta il mio lavoro; le mie opere sono collocate tra i reperti archeologici creando una serie di contrasti e armonie tra passato e presente, storia e futuro.

Alcune mostre antologiche presentano dei lavori degli anni settanta che hanno una grande modernità, sembrano realizzati adesso. E’ soltanto una nostra impressione o il tuo lavoro ha in qualche modo anticipato i tempi futuri.

In realtà le considerazioni che stai facendo riflettono riflessioni critiche che hanno colto la modernità del mio lavoro, ma anche le opere che sto facendo adesso che sono piene di maturità e consapevolezza hanno al loro interno elementi di grande novità e di qualità. Credo che in futuro si dirà le stesse cose di questi lavori attuali : come erano avanti e in anticipo sulle altre ricerche contemporanee.

Un altro elemento fondante è l’idea di arte come gioco, un elemento che già Enrico Baj sottolineava come essenziale nel suo lavoro. Anche per te l’arte è sempre un ritornare bambini e riscoprire elementi vissuti nell’infanzia ?

Io considero la mia arte un gioco per adulti. C’è come una sovrapposizione di piani tra adulti e bambini; se io gioco il gioco diventa scoperta ,ricerca, maturità, è un modo fondamentale per descrivere la realtà ed i suoi misteri. Il motore della mia arte va ritrovato nello stupore di fronte al mondo, nel vedere il mondo ed i suoi enigmi in una luce diversa, con gli occhi del poeta e della fantasia. Approfondire questi elementi consente di comprendere il vero senso del mio lavoro, della mia pittura.

Riccardo Ferrucci

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