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Attualità martedì 08 dicembre 2020 ore 15:50

Da 70 anni Figline vive un 8 dicembre particolare

La chiesa della Collegiata di Santa Maria a Figline

Il sacerdote che, parlando tedesco, aveva salvato tante persone durante la guerra, ebbe un’idea che ancora oggi sopravvive nella tradizione religiosa



FIGLINE E INCISA — Mauro Giachi, attento ricercatore di Figline, proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione, ha avuto il merito di riportare di attualità un fatto accaduto esattamente 70 anni fa. Un episodio incentrato nella figura, mai dimenticata, di monsignor Armando Pavanello. Il parroco, che dal 1942 al 1978 offrì il suo servizio sacerdotale nella chiesa della Collegiata di Santa Maria a Figline, qui svolse per lungo tempo anche ruolo di prevosto (“Proposto” nella dizione toscana, da "præpositus”, che significa: posto innanzi, posto al comando).

Monsignor Pavanello, semplicemente “il proposto” per il figlinese, si conquistò l’affetto dei suoi concittadini non solo per il suo carisma di uomo di fede e per la sua statura morale, ma anche per ciò che il giovane prete di origine istriana, seppe fare negli anni turbolenti della seconda guerra mondiale. In particolare durante l’occupazione tedesca, soprattutto nel periodo delle rappresaglie messe in atto dai nazisti durante la lotta partigiana.

“Monsignor Pavanello era nato a Pola nel 1902 – ricorda oggi Mauro Giachi, nel suo scritto - Personaggio amatissimo dai fedeli di tutta Figline per le sue doti umane e religiose integerrime, fece cose grandissime nel periodo bellico, salvando diverse vite umane da morte certa. Aveva, tra l'altro, il vantaggio di parlare correttamente la lingua tedesca. Il popolo gli fu sempre grato per questo suo grande cuore e coraggio”.

La ricerca di Mauro Giachi mette in relazione la figura di don Armando con un altro episodio rimasto nella tradizione religiosa locale. “Monsignor Pavanello – scrive Giachi - era talmente devoto alla Madonna che nel 1950 aveva acquistato da Lourdes, una riproduzione dell'Immacolata e l'aveva collocata, dedicandogliela, nella cappella della Collegiata, appena costruita”.

Non solo: l’8 dicembre di 70 anni fa, “proprio nel giorno della consacrazione ufficiale del paese di Figline al cuore immacolato di Maria – racconta Mauro Giachi – Monsignor Pavanello compose una preghiera, che ogni 8 dicembre, viene letta nella chiesa della Collegiata, per la festa dell'Immacolata”.

Era così tanta la devozione del sacerdote istriano alla madonna e alla ricorrenza dell’Immacolata concezione, che nei fedeli di Figline, non poteva passare inosservata la data della sua morte, avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 dicembre dell'anno 1978.

Così anche quest’anno, nel ricordo di Monsignor Pavanello e nella celebrazione della Madonna ai cui settant’anni fa fu consacrato il paese di Figline, i sacerdoti hanno riproposto quel testo ideato dal quel sacerdote particolarmente caro alla popolazione più anziana. Una breve preghiera nella quale il paese di Figline viene affidato alla Madonna. Un testo che Mauro Giachi ha riproposto per intero nella sua ricerca: “Madonnina bella e cara, benedici Figline che oggi rinnova la sua totale consacrazione al Tuo Cuore Immacolato. Benedici tutti i suoi sacerdoti, i religiosi, le religiose, tutte le famiglie: i babbi, le mamme, la gioventù, i malati, i sofferenti, gli operai, i vecchi, i bambini, soprattutto i bambini. Madonna santa e bella, mamma buona e nostra Regina, che Figline sia tua, tutta tua, sempre tua. Amen”.


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