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Attualità mercoledì 13 ottobre 2021 ore 10:45

“Incontro urgente per il futuro del Serristori”

L'ospedale Serristori di Figline
L'ospedale Serristori di Figline

Cobas, “Salvare il Serristori” e Calcit chiedono la convocazione di un tavolo con i sindaci del Valdarno fiorentino: “Non si può più aspettare”



FIGLINE — Incontro urgente con i sindaci di Figline-Incisa, Reggello e Rignano: lo chiedono con forza il Sindacato Cobas P.I. Usl Toscana Centro, l’Associazione “Salvare il Serristori”, il Calcit Valdarno Fiorentino (Onlus). Sul tavolo del confronto le criticità dell’ospedale di Figline e delle strutture e servizi territoriali – distretti, Usca, 118 e Guardia Medica

Il sindacato e le due associazioni – si legge nella lettera con cui viene richiesto l’incontro -  “intendono porre all’attenzione ai sindaci del Valdarno Fiorentino l’insostenibilità dell’attuale gestione aziendale in merito al futuro del Serristori divenuto uno stabilimento inadeguato a rispondere ai ricorrenti bisogni sanitari della popolazione, in conseguenza delle ulteriori misure di depotenziamento del presidio ospedaliero e del persistere della riduzione dei posti letto, attività e servizi”.

"Nonostante che sia passata la fase emergenziale della pandemia legata alla riorganizzazione dei servizi nell’area della Usl Toscana Centro – sottolineano - si fa attendere l’impegno di quanto dichiarato dalla Direzione Generale il 28 ottobre 2020 sulla “…mormalizzazione delle attività ed il ripristino completo del servizio di Pronto Soccorso h24 , insieme al potenziamento dell'organico alla luce delle nuove assunzioni già in essere….." che dovevano essere ridistribuite nei presidi come il nostro, ancora in carenza di personale e che lo stesso presidio in rete con il presidio Osma avrebbe assicurato attraverso i Team dei vari professionisti (Osma/Serristori) la soddisfazione dei bisogni sanitari della popolazione del Valdarno Fiorentino salvaguardando la qualità e la quantità delle prestazioni necessarie in sicurezza”.

“Della riorganizzazione in atto il presidio ospedaliero Serristori risulta essere danneggiato, penalizzato e sottodimensionato proprio sul versante dell’adeguamento delle dotazioni organiche di medicina generale, chirurgia, ortopedia e anestesia, pediatria, cardiologia e di conseguenza le relative specialistiche presenti nel periodo pre-covid, mentre allarmante rimane la situazione del personale sanitario addetto all’assistenza e ai servizi tecnico sanitari2.

“Esprimiamo forte preoccupazione – aggiungono Cobas, “Salviamo il Serristori” e il Calcit - sulla rimodulazione dell’emergenza territoriale del 118 che risulta non essere in grado, come avevamo già denunciato, a soddisfare, se non con affanno, le richieste provenienti dalle popolazione dei vari Comuni, località e frazioni montane con le sovrapposte funzioni forzatamente assegnate ai lavoratori di sostituzione delle attività di Pronto Soccorso e del Medico di Guardia, che a tutt’oggi risulta essere inesistente durante la notte nell’area del Valdarno”.

“Ribadiamo già quanto più volte espresso che la chiusura del PS H24 del presidio Serristori e la mancata riapertura dei 14 posti letto di un intero reparto di Medicina al Serristori non possono essere sostituite dal Dea PS presidio ospedaliero Santa Maria Annunziata né dal Pronto Soccorso del presidio ospedaliero “La Gruccia” della Usl Toscana sud-est perché gli stessi in sovraffollamento e/o intasati o carenti di personale, mentre per la Medicina rimane scandaloso che la Direzione Generale avvalli e copra l’immotivata indisponibilità dei Medici dell’Osma a mettersi in rete ancora di più, alla luce del buco di bilancio in sanità da parte della Regione Toscana che ha fatto entrare in default tutto il sistema sanitario pubblico”.

“Infine se confrontiamo come era l’Ospedale Serristori fino al 2019 con accessi al Pronto soccorso di circa 15 mila pazienti l’anno, con ricoveri totali di 3300 pazienti l’anno, con interventi chirurgici di circa 1200 l’anno e con circa 20.000 prestazioni ambulatoriali – con l’eccellenza in endoscopia e oncologia – alla situazione attuale che vede chiuse o sospese gran parte delle attività, posti letto ridotti al 20%, chiuso il Pronto Soccorso e Sub Intensiva, chiusa l’attività chirurgica di ortopedia, chiusa l’odontoiatria, chiuse alcune prestazioni ambulatoriali di oculistica (vedi campimetria), ridotta al lumicino l’attività cardiologica e pediatrica e in grande affanno l’area diagnostica di laboratorio analisi e dei cup/anagrafe, con la drastica riduzione di personale pari a più di 50 lavoratori dismessi o trasferiti (meno 36 infermieri, meno 8 operatori socio sanitari, meno 6 medici, meno 3 tecnici sanitari di laboratorio analisi) abbiamo un chiaro quadro di un presidio in via di chiusura o smantellamento”.

Alla luce di tutto ciò i tre enti ritengono “non più rinviabile il ripristino alle piene funzione del presidio ospedaliero Serristori per una efficace, appropriata assistenza e sicura presa in carico del paziente riaprendo tutto ciò che è stato chiuso, a partire dal Pronto Soccorso H24, investendo sulla struttura ospedaliera, sull’adeguamento delle dotazioni di personale, sul rafforzamento delle attività specialistiche mediche, sui servizi distrettuali conformemente ai bisogni territoriali del Valdarno Fiorentino e con risorse economiche e umane stabili e ad essi prioritariamente assegnate. Queste - concludono - sono le nostre proposte, per impedire lo smantellamento progressivo del presidio ospedaliero Serristori e per fermare il degrado dei servizi territoriali e distrettuali”.


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