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Attualità martedì 30 giugno 2020 ore 17:17

Serristori “Quei segnali dopo un quarto di secolo”

Clara Mugnai con lo striscione del Comitato Serristori
Foto di: Paolo Ricci

Dopo la manifestazione del 26 giugno il Comitato fa l’elenco di quanto necessita all’Ospedale di Figline, ma coglie anche alcune novità positive



FIGLINE E INCISA — “La manifestazione pubblica del 26 giugno ci ha dato alcune conferme e anche importanti novità” afferma Clara Mugnai, del Comitato per il Serristori “Le certezze arrivano dalla partecipazione dei cittadini che, a distanza di oltre 22 anni dalla prima manifestazione a difesa del Serristori, trovano ancora le energie e la determinazione per scendere in piazza, nonostante le enormi difficoltà imposte da questo particolare momento storico. Se qualcuno sperava nel fallimento della fiaccolata per portare avanti il disegno del progressivo smantellamento dell’Ospedale di Figline, è stato costretto a prendere atto di un segnale forte, e in senso diametralmente contrario al depotenziamento, che è arrivato dalla gente, dai lavoratori e anche dalle istituzioni”.

“Proprio la presenza in piazza dei sindaci e di tanti amministratori del Valdarno fiorentino – aggiunge Clara Mugnai – rappresenta una novità che va saputa cogliere. Per la prima volta nella storia ultraventennale della lotta per il Serristori c’è stata una forma di saldatura tra l’azione popolare che si muove spontaneamente a favore dell’Ospedale e le forze politiche, sia di governo che di opposizione, che hanno la possibilità di trasferire le istanze per il Serristori nelle sedi istituzionali”.

“A noi importa ben poco se questo nuova attenzione per il Serristori è dovuto o meno ad un interesse elettorale, in vista delle elezioni regionali di settembre – specifica la rappresentante del Comitato – l’importante è che la politica si assuma il compito di inviare all’Azienda sanitaria un messaggio in grado di cambiare la filosofia operativa adottata finora nei confronti dell’ospedale di Figline; che da ora in poi non deve più essere considerato un presidio ospedaliero da chiudere prima possibile, ma un'occasione di sviluppo nell’ambito del riassetto della sanità regionale post Covid-19. Quindi va bene la riapertura notturna del Pronto Soccorso dal 20 luglio, a patto che questa non sia una riapertura ‘al ribasso’, ma accompagnata da una implementazione tecnica e di personale medico e paramedico dedicato, in grado di far operare in sicurezza e a norma di legge il nostro pronto soccorso. Lo stesso vale per la riapertura in H24 del laboratorio analisi e della radiologia per le necessarie guardie attive, come già ha fatto notare il sindacato Cobas. Per cui dovranno essere integrati, oltre gli attuali tecnici di laboratorio analisi, 5 unità. E ulteriori 4 unità agli attuali tecnici sanitari di radiologia. Nuovo personale che si giustifica anche dal fatto che per il fabbisogno aziendale della Asl Toscana Centro sono già previste le assunzioni di 26 tecnici sanitari di laboratorio (dei quali assunti 19) e di 34 tecnici sanitari di radiologia (dei quali assunti 25). Insomma, visto che l’Azienda sanitaria assume nuovo personale, ora viene a cadere la scusa sempre utilizzata per ridimensionare il Serristori. Ad esempio il sindacato di base ha fatto sapere che dalla Direzione Generale sono già state deliberate le assunzioni di 59 anestesisti, allora ci aspettiamo la riapertura della Sub Intensiva a Figline, il cui potenziamento dei posti letto è già previsto dall’attuale normativa, con conseguente adeguamento del personale anestesista (almeno altri 4 anestesisti) in grado di gestire in sicurezza la presenza in sala operatoria, la Sub Intensiva e le consulenze in pronto soccorso. E poi visto il forte impegno del Calcit del Valdarno fiorentino ci aspettiamo il potenziamento dell’area ambulatoriale con particolare attenzione ai pazienti oncologici, l’apertura cardiologia nell’arco delle ventiquattro ore, e anche dell’endoscopia attualmente è funzionante solo per tre giorni alla settimana”.

“Quindi, se qualcuno, come si sente vociferare, ha idee, progetti o proposte di sviluppo per il Serristori, ben venga – conclude Clara Mugnai - Noi siamo pronti a dialogare con chiunque abbia la sincera volontà di lavorare affinché il Serristori riprenda il suo ruolo storico di ospedale per acuti, a servizio della popolazione valdarnese. L’importante è che questa nostra disponibilità a collaborare non venga interpretata come una forma di arrendevolezza. Perché se qualcuno pensa di prendere in giro i cittadini, è bene sappia che il Comitato è in lotta per il Serristori da un quarto di secolo, ma è pronto a lottare per altri venticinque anni, se necessario”.


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