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Attualità venerdì 27 novembre 2020 ore 16:55

Niente “Bambagella”, il Covid fa saltare il premio

Il salesiano don Pietro riceve il Premio Bambagella 2013

Novità nel programma delle manifestazioni pensate per il 30 novembre, in occasione della Festa della Toscana. Il Garibaldi si tinge di bianco e rosso



FIGLINE E INCISA — “I consueti appuntamenti per la Festa della Toscana, che prevedono il coinvolgimento delle nostre scuole e l'assegnazione del Premio Bambagella saranno riprogrammati non appena sarà possibile ritornare fisicamente a teatro e celebrare questa ricorrenza insieme”. Silvia Fossati, presidente del Consiglio comunale di Figline e Incisa, ha annunciato le novità che riguardano il programma inizialmente allestito per il 30 novembre, a causa delle normative per il contrasto all’epidemia da nuovo Coronavirus.

In primo luogo è stato deciso di rinviare la consegna del Premio Bambagella, ovvero la più alta onorificenza che il Comune di Figline e Incisa assegna annualmente ad un cittadino che si è particolarmente distinto per le proprie attività.

Lo scorso anno il riconoscimento venne assegnato a Sara Sdelci, giovane ricercatrice figlinese che si occupa si occupa dello studia sullo sviluppo dei tumori e delle metastasi nel Centro di Regolazione Genomica di Barcellona; nel 2018 fu la volta del fotografo-ricercatore Edo Mugnai; l’edizione 2017 vide la premiazione di suor Simona Cherici della casa di accoglienza "Fraternità della Visitazione", mentre quella del 2016 assegnò il Bambagella a Sofia Fugazzotto. Il medico Varesco Martini, chirurgo del Serristori specializzato in ematologia e oncologia, ricevette il premio nel 2014, giusto un anno prima della sua scomparsa prematura. Nel 2013 il premio Bambagella fu assegnato all’Opera salesiana che in quel momento era in procinto di lasciare Figline dopo 115 ani di attività nell’oratorio. Tra l’altro a ritirare il premio, in quell’occasione, fu don Pietro Pagotto, deceduto proprio qualche giorno fa.

Nel giorno in cui la Regione Toscana celebra l’abolizione della pena di morte voluta dal Granduca Leopoldo di Toscana nel 1786 vi sarà invece un evento particolare: “Abbiamo accolto con piacere – ha spiegato la Fossati – l’invito del Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ad illuminare il Teatro Garibaldi con i colori della bandiera della Toscana. Un modo per ricordare, tutti insieme, quell’importante conquista storica e per simboleggiare l’unione e la vicinanza fra le Istituzioni, che è imprescindibile in questo difficile momento di emergenza sanitaria ed economica”.


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