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Attualità martedì 22 dicembre 2020 ore 17:23

Da Reggello due storie per chi non crede al Covid

coronavirus visto al microscopio

Eleonora e Cristina raccontano sui social come il Coronavirus ha cambiato le loro vite nell’intento comune di convincere chi ancora nega il virus



REGGELLO — Due giovani donne che forse nemmeno si conoscono pur vivendo entrambe a Reggello, una da sempre l’altra da qualche anno. In comune hanno l’incontro col Coronavirus, per una un’esperienza tragica – l’infezione si è portata via la mamma, amata maestra del paese – per l’altra una vicenda vissuta sulla propria pelle ma fortunatamente superata.

Eleonora e Cristina hanno però qualcos’altro che le avvicina: la voglia di parlare. Di fare testimonianza. Sui social, come si usa in questi tempi, consapevoli che il tam tam che innesca il web raggiunge davvero tutti.

E tra questi tutti sperano ci possano essere anche coloro che ancora non credono al Covid, quelli che non vogliono sentir parlare del vaccino che sta per arrivare e su cui si confida per superare la pandemia.

Eleonora ha postato la chat che la teneva collegata alla mamma in ospedale per condividere con gli amici ma anche gli sconosciuti di passaggio sulla sua pagina facebook ogni passo della malattia: dalle avvisaglie (la tosse) alle certezze (l’arrivo dell’ambulanza), dall’attesa fiduciosa alle ricadute, dalla nuova speranza alla fine, quella vera. Di una donna sana che non aveva altre malattie. Ma, scrive la ragazza “La ragione di questo post non è la nostra mamma”. Sono coloro che si incontrano in giro senza mascherina, che sbuffano se gli dici qualcosa, insofferenti alle regole rispettate dagli altri.

“Dei negazionisti poi non me ne è mai fregato niente, tempo ed energie persi. Però leggere e sentire tanti contro il vaccino, non lo accetto. Non lo accetto e vi chiedo aiuto. Per favore, manteniamo alta l'attenzione, anche se siamo stufi delle distanze, delle limitazioni. Ci si ammala anche seguendo le regole. Le condoglianze sono graditissime, la condivisione del post di più. Aiutateci a parlarne” conclude pragmatica Eleonora.

Dello stesso tenore, il messaggio dell’altra reggellese, Cristina. Lei il virus se l’è beccato e per fortuna lo può raccontare: “Una mattina ti svegli e non riesci ad alzarti”. Dolori, tosse, le forze che la lasciano anche se è in piena salute, almeno fino a qualche ora prima. E poi la paura. Un mese di cure che la fanno uscire dal tunnel ma non le portano via gli strascichi della malattia.

A chi nega il Covid basterebbero due giorni di quello che ha passato per capire: glielo ha augurato, confessa. Ma anche per lei scrivere della malattia ha un altro significato: “L’intento di questo post è di dare testimonianza, perché più se ne parla più c’è speranza di convincere chi nega che non è poi così difficile infettarsi”. 


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