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Attualità mercoledì 18 novembre 2020 ore 20:30

“Ciao, sono Irene e ho visto il Covid da vicino”

medici
Foto di repertorio

Diciottenne valdarnese racconta la sua terribile lotta contro il virus e la paura di morire: “Ho dovuto reimparare a respirare”



VALDARNO — “Ciao sono Irene Rossi, ho 18 anni e ho visto il Covid da vicino”.

In questa frase c’è tutta la storia di ragazza di Terranuova che ha conosciuto la paura di una malattia sconosciuta. Per raccontare i suoi giorni d’ospedale, la lotta contro il Coronavirus, l’angoscia di non farcela ha scelto facebook perché per lei e i suoi coetanei è questo il luogo del racconto di mille avventure e nuove esperienze. E il lungo post in cui racconta l’incontro col virus “stona” tra altri messaggi e tante foto gioiose – una col noto pasticcere Damiano Carrara - che parlano della spensieratezza della sua giovane età.

Irene scrive con semplicità e chiarezza, certa di arrivare a tutti via social, perché tutti comprendano che anche una diciottenne, studentessa in salute, volontaria della Misericordia di San Giovanni e quindi già esperta delle regole da seguire, può beccarsi il Covid. Forse a scuola.

Inizia il diario: dai primi sintomi all’isolamento volontario, dal timore di infettare la nonna anziana che vive con lei. dal ricovero in ospedale ad Arezzo al “terrore di andare da sola verso un percorso dal quale non sapevo cosa aspettarmi e la paura della solitudine mi facevano stare in uno stato d’ansia continuo, che si aggiungeva alla sofferenza fisica”. Poi il respiro che manca e il momento di infilare la testa nel casco chissà per quanto: “Mi sembrava di non saper più respirare, una cosa che mi era sembrata scontata per tutta la vita era diventata difficilissima. Il mio respiro tornava indietro, ero molto affannata, non avevo alcun potere su quella macchina”. “Durante le interminabili giornate – scrive Irene - pensavo solo al presente perché non vedevo futuro. L’unica preoccupazione era quella di respirare in autonomia, dovevo reimparare a farlo, mi dicevo dai, è semplice lo hai sempre fatto, forza”.

Irene ammette di aver pensato alla morte. L’ha vista perché alcuni suoi vicini di reparto se ne sono andati durante la sua degenza: “Ho pensato spesso alla morte, anche se non sembrerebbe esserci niente di più lontano della morte quando si ha 18 anni. Vicino a me c’erano persone che purtroppo non ce l’hanno fatta, e nonostante i sanitari mi abbiano tutelato, mettendomi in una camera in disparte per non vivere lo strazio di chi non ce la fa, lo sapevo benissimo”.

Per fortuna Irene ce l’ha fatta, si è ripresa e il suo post si conclude con i ringraziamenti ai medici che l’hanno curata, assistita e che non hanno mai lasciato sola lei e i suoi familiari. Poi per lei – come un altro valdarnese Lorenzo Stocchi che ha usato lo stesso modo per raccontare la sua storia col Covid – è arrivato il momento di scrivere cosa le è accaduto. Perché si sappia. Un post come vaccino contro chi ancora al Covid non ci crede.

Ciao sono Irene Rossi, ho 18 anni e ho visto il covid da vicino. Sono un volontaria della misericordia di san Giovanni...

Pubblicato da Irene Rossi su Martedì 17 novembre 2020

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