Attualità venerdì 25 giugno 2021 ore 14:24
Pietro, storia del “contadino digitale” di Figline

La sua idea è nata durante il primo lockdown. Insieme ad altre tre persone ha sviluppato un progetto per coltivare in città il cibo che consumiamo
FIGLINE E INCISA — L’agronomo figlinese Pietro Isolan è un cosiddetto “contadino agricolo digitale”. Pietro fa parte di un team costituito da quattro giovani professionisti provenienti da diverse parti d’Italia e che hanno alle spalle esperienze lavorative altrettanto differenti. Una squadra che si è incontrata in rete, durante il primo lockdown. Discutendo in una community si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura, hanno elaborato un’idea che li ha portati a vincere il contest nazionale, a fare la startup ReFarm e a testare sul mercato un primo prototipo di un “CubOrto”.
Pietro Isolan offre assistenza alle persone che si trovano ad affrontare la loro prima coltivazione. E lui di esperienza ne ha molta: originario di Verona, si è trasferito nel 1986 con la famiglia in Valdarno dove è stato per 25 anni tecnico aziendale di un’impresa viti olivicola di 200 ettari. Dal 2011 sviluppa progetti di divulgazione e formazione in agricoltura ecologica.
“Il senso di questo nostro progetto – afferma Pietro Isolan – è quello di riportare le persone a scoprire il piacere di coltivare il cibo che consumano. Generazione dopo generazione ci siamo allontanati dalla terra, perdendo qualcosa rispetto ai nostri antenati. Non conosciamo i ritmi biologici, ignoriamo la potenza e la magia dei meccanismi della natura. Con questo progetto possiamo riconnettersi in modo profondo con essa, dando a tutti, anche a chi vive in città, la possibilità di fare questa esperienza rigenerante.”
Insieme a Pietro fanno parte del team acnhe Luca Oliviero, ingegnere di Milano, l’anima commerciale del gruppo; l’imprenditore ferrarese Luca Buriani, che si occupa della logistica e dei materiali, Denni Albiani, informatico e comunicatore digitale di Arezzo. E ad essi si è unito di recente Alessandro Corina, designer grossetano. Insieme hanno creato Cuborto design. Si tratta di un piccolo orto urbano molto speciale che consente a tutti, ma veramente a tutti, anche a chi non ha il pollice verde, di coltivare la verdura in città, risolvendo il problema dello spazio, del tempo e delle competenze necessarie. È un orto sinergico, una tecnica che permette di gestire l’orto senza smuovere il terreno, per consentire alla natura di attivare i meccanismi di autofertilità, facendo crescere le piantine in modo naturale, salutare e rispettoso dell’ambiente. Questa soluzione permette di coltivare risparmiando acqua ed è un oggetto green, realizzato con materiale 100% di recupero.
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