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Attualità martedì 31 marzo 2020 ore 11:35

Coronavirus, 17 contagiati alla Rsa

Dopo quella di Bucine, colpita la Casa di riposo cittadina: hanno contratto il virus 12 anziani e cinque operatori. Il sindaco scrive alla Regione



MONTEVARCHI — Il virus si è diffuso anche alla Rsa di Montevarchi. Questa mattina il sindaco ha annunciato – dopo la comunicazione della Asl – che sono 17 le persone della casa di riposo ad aver contratto il Coronavirus.

Si tratta di 12 anziani degenti della struttura e cinque operatori del personale. Una notizia che segue di pochi giorni quella relativa a Bucine dove nella Rsa si contano, finora, 36 persone contagiate e quattro decessi.

Alla luce di quanto accaduto nella Rsa, il sindaco Chiassai ha scritto una lunga e dura lettera al presidente della Regione Rossi ribadendo la necessità di tamponi a tutti i sanitari e degenti.

Anche a Montevarchi si è diffuso drammaticamente il contagio nella casa di riposo, con ben 17 contagiati che rappresentano un primo riscontro e stiamo aspettando la riposta su altri 50 tamponi effettuati, tra ospiti e operatori – afferma Silvia Chiassai - come pensa la Regione di tutelare i nostri anziani e operatori? È inconcepibile che non si faccia prevenzione. Quando il Covid entra in un luogo abitato da persone fragili è chiaro il forte rischio di contagio e non solo: quello che è accaduto a Bucine non ci ha insegnato nulla? Se ci fosse un nostro familiare in una struttura forse capiremmo come si possono sentire i parenti.

È vergognoso – sottolinea il primo cittadino di Montevarchi - che chi ha l’onore di occuparsi della salute di tutti i cittadini della regione ed, in questo momento più che mai, della sicurezza degli operatori sanitari, ritenga non necessario verificare lo stato di salute facendo i tamponi e non dotando gli operatori del 118 ed il servizio di pronto soccorso dell’utilizzo delle mascherine FFP2- FFP3.

Non è bastato il numero altissimo di malati che si sono registrati nella nostra provincia legati agli operatori negli ospedali, nei distretti e nelle Rsa e tutti i contagi che da essi ne sono seguiti a familiari e a persone fragili? Come Sindaco mi sento responsabile della salute dei miei concittadini e pretendo che chi gestisce da 15 anni la sanità regionale si assuma la responsabilità di mettere in atto tutte le possibili azioni di prevenzione che a distanza di un mese in Toscana non sono assolutamente partite.

Perché la Regione Toscana non vuole fare i tamponi agli operatori sanitari, forse non vuol far emergere il numero reale di casi positivi? Come responsabile della salute dei miei cittadini chiedo che la Regione si impegni a fornire all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, che la stessa ha riconosciuto di presidio di primo livello, come Arezzo, di un macchinario per effettuare i tamponi in tutta la nostra vallata a partire dagli operatori sanitari dell’ospedale, dei distretti, delle Rsa”.

Infine, Chiassai propone anche alla Regione di valutare la possibilità – come accaduto a Firenze ed Arezzo - di coinvolgere anche strutture sanitarie private da affiancare all’attività dell’ospedale del Valdarno per far fronte all’emergenza Coronavirus.


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