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martedì 19 marzo 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

​Castagneto Marittimo rurale, Castagneto Carducci enoico

di Nadio Stronchi - giovedì 12 gennaio 2023 ore 07:00

Con alcune notizie ricavate dal libro di Luciano Bezzini dal titolo “Storia di Castagneto, Bolgheri e Donoratico” 1998.

A noi, magari, sembra un periodo di tempo lunghissimo quello che è passato tra i due periodi, cioè quello dei Gherasdeschi, 960 d C., di origine longobarda e quello dei Gherardesca del periodo moderno recente. Ricordiamo che la proprietà terriera di questa antica famiglia era quella che iniziava a Cecina e arrivava a Follonica, due territori con due toponimi distinti: Val di Cecina e Val di Cornia. Con il tempo ridotta a causa delle eredità che spesso si dissolvevano con divisioni e con la vendita ad altre famiglie. L’aspetto rurale fu prevalente con boschi, cereali, olivi e bestiame; La viticoltura fu sviluppata per avere vino, prima per autoconsumo, e poi a scopi commerciali, ma in modi ridotti dato il poco consumo dei cittadini a causa del limitato potere di acquisto, il rimanente per i proprietari: Per i salariati e i mezzadri poi, ci fu solo “vinella” ricavata dalle vinacce con aggiunta di acqua. Nel 1815 il conte Guido della Gherardesca dopo avere ritenuto che la viticoltura doveva uscire dal metodo empirico, mandò un nuovo fattore, Giuseppe Mazzanti, fiorentino, nelle fattorie di Castagneto e Castiglioncello di Bolgheri ad impiantare nuovi vigneti; Luoghi nei quali, oggi, ci viene prodotto l’Ornellaia e il Sassicaia. Nel 1908 la Tenuta di Walfredo della Gherardesca impiantò dei vigneti di uve bianche di Trebbiano e Malvasia a scopi commerciali, ma la crisi economica non fece dare risultati sperati. Nel 1935 da una statistica catastale la superfice comunale di Castagneto Carducci risultò che avesse 301 ettari di vigneti. La viticoltura ebbe più attenzioni, anche se poco professionali, escluso il periodo della Guerra, fino agli anni 1950. Con la riforma agraria e della mezzadria qualcosa cambiò: Il mezzadro ebbe mezzo vino prodotto che di solito vendeva per ricavare guadagno e, poi, continuava a bere “vinella”. Entra in scena, nella famiglia dei Gherardesca, Mario Incisa della Rocchetta avendo sposato una erede, Mario scopritore di “Ribot” , non praticò solo ippica , ereditò molto terreno nella zona di Castiglioncello e Bolgheri e negli anni ‘60 trasformò in vigneti moderni e con uvaggi nuovi come il Cabernet Sauvignon e Franc che presto dettero il vino Sassicaia, prima con vino da tavola, poi DOC e infine DOC Bolgheri(sottozona). Una evoluzione enoica che in alcuni decenni ha stimolato e determinato il prestigio con tanti altri vini che sono, oggi, tra i migliori d’Europa e del mondo. Voglio proporre un vino della DOC Bolgheri, Castagneto Carducci, nato da poco. E’ il Bolgheri DOC Tenuta Meraviglia 2019.

Nel riquadro a destra, una riflessione di Giusuè Carducci.

Colore: rosso rubino con lievi riflessi aranciati. Profumo: vinosità elegante con sentori di frutti neri maturi, lievemente erbaceo. Gusto: Pieno corpo, caldo, leggermente tannico, con sensazione finale notevole. Poco tempo e diverrà armonico.

Nadio Stronchi

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