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Attualità martedì 03 novembre 2020 ore 12:02

Arno pulito, ora il boscaiolo s’inventa barcaiolo

La rimozione delle alberature lungo l'Arno a Rignano

L’operazione scenografica del Consorzio si è resa necessaria per mettere in sicurezza l’area golenale rimuovendo alcune alberature di alto fusto



RIGNANO SULL'ARNO — “Il Consorzio a volte è costretto a trovare soluzioni inconsuete e ingegnose per assolvere il suo compito e manutenere la piena efficienza del corsi d’acqua in gestione” dice Serena Stefani, Presidente CB2. Anche la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua può trasformarsi in un evento spettacolare. Così ieri mattina sull’Arno, al confine tra i comuni di Rignano sull’Arno e Reggello, complici le sponde irraggiungibili a piedi e con mezzi più consueti, il Consorzio 2 Alto Valdarno è riuscito a completare un intervento in modo ingegnoso e a recuperare “via fiume” il materiale vegetale tagliato. L’operazione, scenografica e curiosa, si è resa necessaria per mettere in sicurezza l’area, complessa dal punto di vista idraulico e dal punto di vista operativo, con la rimozione dalle sponde del fiume e dalle aree golenali di alcune alberature di alto fusto, in condizioni molto precarie per l’età avanzata, le dimensioni notevoli e lo stato di salute malandato, evidenziate dalla presenza di marciumi, cavità alla base dei fusti, branche spezzate o interamente disseccate. L’intervento ha richiesto la presenza di operai specializzati dotati di mezzi e attrezzature forestali specifiche e soprattutto l’impiego di un natante per raggiungere i tratti inaccessibili via terra: grazie a questo mezzo, la squadra ha potuto raggiungere la sponda impraticabile, legare le alberature da rimuovere, abbatterle e trascinarle sull’acqua fino a raggiungere la riva opposta, dove sono state recuperate con l’impiego di un verricello e sottoposte alle tradizionali lavorazioni.

“Queste alberature, in caso di eventi meteorologici particolarmente intensi, potrebbero ribaltarsi in alveo e costituire un ostacolo per il regolare deflusso dell’acqua” spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, referente di area dell’ufficio difesa idrogeologica del Consorzio. “La situazione in questo punto del territorio è complicata dalla presenza del “ponte mediceo”, localizzato subito a valle del tratto su cui siamo intervenuti, dove le piante potrebbero accumularsi e, oltre a danneggiare le sponde, creare un pericolo per la pubblica incolumità”.


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