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Attualità venerdì 10 luglio 2020 ore 12:30

Sanità, riorganizzazione anche per la Gruccia

Antonio D'Urso direttore generale Asl Toscana Sud Est
Antonio D'Urso direttore generale Asl Toscana Sud Est

Il direttore della Asl D’Urso rassicura: “È in fase di definizione il progetto di ammodernamento dell’ospedale del Valdarno, ne parleremo coi sindaci”



VALDARNO — Anche il riammodernamento del monoblocco della Gruccia è nei piani della Asl. Lo assicura il direttore generale annunciando che per l’ospedale del Valdarno – così come per gli altri della provincia – è in programma un intervento di riorganizzazione.

La precisazione si è resa necessaria dopo che pochi giorni fa la Asl Toscana Sud Est aveva annunciato un grande progetto per l’ospedale di Arezzo e quelli Bibbiena, Sansepolcro e Cortona per una spesa complessiva di circa cento milioni di euro, un progetto che non comprendeva la Gruccia. La cosa ha stupito non pochi, per prima il sindaco di Montevarchi che ha criticato l’azienda sanitaria per aver escluso il presidio valdarnese dal piano di riorganizzazione.

Ora il Dg Antonio D’Urso ha voluto rassicurare i valdarnesi: “Vorrei tranquillizzare la sindaca Chiassai e l'intera comunità del Valdarno. L'ospedale della Gruccia è chiaramente nei programmi dell'Asl Tse. Il suo piano di riorganizzazione e ammodernamento è in fase di definizione e sarà oggetto del confronto non solo con la sindaca Chiassai ma con tutti i sindaci del Valdarno e con la Conferenza (dei sindaci, ndr). Alla Gruccia ci apprestiamo ad inaugurare la nuova Tac già operativa. E siamo consapevoli che il confronto con la Regione Toscana e con il Governo deve essere teso a reperire quelle risorse che insieme ai sindaci valuteremo necessarie per il potenziamento dell'ospedale della Gruccia”.

Il direttore generale dell’azienda sanitaria ha precisato il perché della tempistica degli interventi che vedono al momento in primo piano gli ospedali di Arezzo, Grosseto e delle altre vallate aretine.

“La ripresa delle attività non poteva non iniziare dagli ospedali Covid. Quindi Arezzo e, tra poco, Grosseto. Un punto di partenza necessario e inevitabile perché queste sono state le strutture che più di altre hanno sostenuto il durissimo impatto dell'emergenza. E queste sono le strutture che devono essere adeguatamente implementate in vista di una possibile nuova tornata epidemica. Il prossimo progetto che presenteremo a breve sarà relativo a Grosseto, sempre – tengo a precisarlo – in relazione al suo essere stato ospedale Covid. Affrontando il futuro del San Donato – conclude D’Urso - era poi non solo necessario ma anche giusto inserirlo nel contesto unitario della rete ospedaliera aretina che comprende anche le strutture di Bibbiena, Sansepolcro e Cortona”.


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