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Attualità domenica 15 marzo 2020 ore 15:06

Coronavirus, muore Gregotti papà della Gruccia

Vittorio Gregotti

È scomparso questa mattina a Milano l’architetto di fama internazionale che fu l’autore del progetto dell’ospedale unico del Valdarno



VALDARNO — Il Coronavirus si porta via uno dei nomi più importanti dell’architettura italiana del Novecento, un urbanista di fama internazionale: Vittorio Gregotti è morto, a 92 anni, questa mattina a Milano dove era ricoverato per le complicazioni legate al Covid-19. Ne ha dato notizia il “Corriere della Sera” per il quale proprio Gregotti aveva curato la ristrutturazione della sede negli anni ’80.

Tra i moltissimi progetti firmati dall’architetto in Italia e in tutto il mondo vi è – oltre al piano regolatore generale della vicina Arezzo - anche un’opera valdarnese. Fu infatti Vittorio Gregotti insieme ad Augusto Cagnardi a progettare nel 1994 l’ospedale unico del Valdarno, il monoblocco della Gruccia costruito poi nel 2002.

La costruzione - a cavallo tra i comuni di San Giovanni e Montevarchi che all’epoca fu al centro di mille polemiche anche politiche - porta quindi una prestigiosa firma anche se non tutti in vallata lo ricordano.

Il presidio valdarnese in questi anni è diventato un punto di riferimento, un fabbricato realizzato in area aperta, con alle spalle l’Arno e davanti la Statale (oggi regionale 69) nel bel mezzo del confine tra due comuni – forse neanche questo ricordano o sanno i più - per ragioni campanilistiche.

Un’opera all’inizio osteggiata perché andava a sostituire i due ospedali esistenti, di Montevarchi e San Giovanni, per riunificarne l’attività ma riducendo il numero di letti disponibile, discussa perché troppo vicina al fiume che, in caso di esondazione, avrebbe potuto compromettere inondandoli i locali sotto strada, contestata dai proprietari dei terreni su cui sarebbe sorta che non volevano vederseli espropriare.

Ma al di là delle controversie sull’edificio che ormai fanno parte della storia, il monoblocco resta un ospedale d’autore. Chi ha frequentato i presidi sanitari delle zone vicine, alcuni degli anni ’70 altri di molto precedenti, non può non aver notato l’ovvia differenza strutturale.

L’ospedale di Santa Maria alla Gruccia è invidiato per le sue linee semplici e “pulite”, per il suo distribuirsi lungo un asse orizzontale che ben si inserisce nel contesto circostante, per gli ampi e ariosi spazi interni e – cosa non da poco – per la possibilità che gli utenti hanno di muoversi con facilità e intuizione tra gli ambienti, gli ambulatori e i reparti.

Nel vastissimo elenco di opere frutto del genio dell’architetto Vittorio Gregotti – lo stadio olimpico di Barcellona, alcune sale del Louvre di Parigi, il teatro degli Arcimboldi di Milano e il Nazionale di Pechino, interi quartieri di Shanghai, la ristrutturazione dell’area portuale del centro storico di Venezia, il centro urbano di Nizza, l’ampliamento del Museo dell'Opera di S. Maria del Fiore a Firenze, tanto per citarne alcune – figura anche l’ospedale del Valdarno che il progettista tornò a visitare nel 2012 per l’anniversario dei dieci anni dalla costruzione.


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