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Cultura venerdì 16 settembre 2022 ore 18:40

Un'altra grande mostra omaggia Masaccio

In occasione dei 600 anni del Trittico di San Giovenale una nuova esposizione del progetto delle Gallerie con Fondazione CR Firenze



SAN GIOVANNI VALDARNO — Una nuova mostra rende omaggio al grande pittore Masaccio (1401-1428)nella città che gli diede i natali, Castel San Giovanni, in dialogo con un altro protagonista del Rinascimento, Beato Angelico (1395 circa-1455). Da domani al 15 gennaio, si terrà l’esposizione Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura, allestita in due sedi: al Museo delle Terre Nuove e al Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie. Un ideale proseguimento dell’esposizione inaugurata al Museo Masaccio d’Arte Sacra di Reggello - Masaccio e i Maestri d’Arte del Rinascimento a confronto per celebrare i 600 anni del Trittico di San Giovenale, fino al 23 ottobre –, all’interno di Terre degli Uffizi, progetto de Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. La mostra, promossa dal Comune di San Giovanni Valdarno, a cura di Michela Martini, Daniela Parenti, Carl Brandon Strehlke e Valentina Zucchi, presenta una selezione di opere che permettono di approfondire le novità che Masaccio e Angelico hanno offerto alla storia dell’arte, ponendole in relazione con altri artisti a loro prossimi e valorizzandone il legame con la città e con il territorio.

Al Museo delle Terre Nuove è esposta una selezione di opere centrate sulla figura di Masaccio, legati all’iconografia della Madonna col Bambino. Sono due capolavori provenienti dalle Gallerie degli Uffizi: la cosiddetta Madonna Casini, una piccola tavola dipinta da Masaccio per l’ecclesiastico senese Antonio Casini che raffigura Maria con il piccolo in fasce al quale teneramente fa il solletico, e la Madonna dell’Umiltà di Masolino, che mostra Maria intenta ad allattare il piccolo Gesù, in base all’iconografia della Madonna del latte. A confronto troviamo l’opera del fratello di Masaccio, Giovanni di ser Giovanni, detto Lo Scheggia, oltre alla Madonna con Bambino della Bottega di Lorenzo Ghiberti. A queste opere si accompagna un approfondimento sulle figure di Mariotto di Cristofano, cognato di Masaccio, e di Andrea di Giusto Manzini, suo collaboratore e al contempo sensibile al gusto dell’Angelico.

All’Angelico è dedicata la sezione espositiva presso il Museo della Basilica, dove trovano posto meravigliose opere dell’artista, di proprietà pubblica e privata, con un’attenzione speciale al tema dell’Annunciazione. Qui troviamo l’Annunciazione del Beato Angelico, capolavoro del museo, messa a confronto con il Tabernacolo di San Marco, un reliquiario proveniente da Santa Maria Novella e commissionato al pittore dal domenicano e sacrista Giovanni Masi, in prestito dal Museo di San Marco di Firenze. Con queste opere l’artista rivela ormai la piena adesione alle novità rinascimentali, raffigurando il mistero dell’incarnazione attraverso figure, indumenti e gesti fisici e reali. Del tutto umano l’incrocio di sguardi tra il messo divino e Maria, colta nel momento più terreno di accogliere nel suo grembo l’annuncio dell’angelo, proteggendolo maternamente con le sue mani.

Del frate pittore è anche il disegno preparatore proveniente dal Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi che mostra San Girolamo penitente, vestito da eremita, mentre batte il petto nudo con una pietra e rivolge lo sguardo commosso probabilmente verso il Crocifisso, non raffigurato. Il Santo era molto amato dall’Angelico, che ne apprezzava l’autenticità di vita e fede, la grande cultura classica, la passione filologica e l’ascetismo. Dialogo è quindi la parola chiave di questa preziosa esposizione, che offre l’occasione di ammirare raffinati capolavori, di osservarne le reciproche influenze e di riflettere sulle componenti più alte e profonde della rappresentazione artistica, in costante tensione verso la verità.


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