Attualità mercoledì 27 gennaio 2021 ore 14:15
Giorno della memoria, Mattarella premia Vannacci

Consegnata questa mattina in Prefettura la medaglia d’onore del presidente della Repubblica al sangiovannese che fu prigioniero in un lager nazista
SAN GIOVANNI — La medaglia d’onore del presidente della Repubblica è stata conferita al sangiovannese Vittorio Vannacci, per due anni prigioniero dei lager nazisti.
La consegna del riconoscimento si è tenuta oggi, in occasione della Giornata della memoria in cui si ricorda lo sterminio degli ebrei e coloro che hanno subito la deportazione, alla Prefettura di Arezzo.
Fra i premiati da Mattarella, anche il sangiovannese di adozione Vittorio Vannacci, nato a Pistoia il 30 aprile del 1909 e internato a Neubrandemburg, Echthausen, Himmelphorten, Angelsdorf, Bonn, Hokenstei dal 19 settembre del 1943 al primo gennaio 1945.
La medaglia è stata ritirata dal figlio Luciano, residente, con la famiglia a San Giovanni. Presenti alla cerimonia anche il nipote di Vittorio, Giacomo, con i propri figli e il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi.
“È stato emozionante ascoltare il racconto della prigionia e di anni difficili e dolorosi di un nostro concittadino – ha commentato il sindaco Vadi – È importante che le istituzioni organizzino manifestazioni di questo tipo per tener viva la memoria, per far conoscere la verità dei fatti. Abbiamo il dovere di condannare l’intolleranza, l’odio e l’aggressività senza riserva e lavorare ogni giorno per favorire l’accoglienza e l’inclusione”.
Gli altri premiati sono stati Mario Armandi, nato ad Arezzo il 29 aprile 1914 e internato a M. Stammlager XIII D dal 13 aprile del 1944 all’8 maggio del 1945 e Elio Rossi nato a Monte San Savino l’8 giugno del 1918 e deportato dall’8 settembre 1943 al primo giugno 1945.
"Oggi più che mai, - ha dichiarato il Prefetto di Arezzo Anna Palombi - questa giornata costituisce l’occasione per una riflessione collettiva sull’importanza del rispetto degli altri e sulla presa di coscienza che disuguaglianze, sopraffazioni e razzismo non siano solo legate a momenti storici particolari, ma strettamente connesse ai comportamenti delle persone, divenendo, in tal senso, esempio per le giovani generazioni affinché eventi tragici che hanno segnato la storia dell’Italia e dell’Europa non si ripetano”.
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