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Attualità martedì 28 aprile 2020 ore 21:35

Ospedale Serristori, ora i Cobas puntano il dito

Manifestazione sindacato Cobas (immagini di repertorio)

Il sindacato di base non crede alla volontà di rilancio, e rivela: “Nonostante gli appelli a non recarsi al Pronto Soccorso, sono aumentati gli accessi”



FIGLINE E INCISA — “Ora tutti fanno ammenda per gli errori compiuti nella sanità: con la soppressione di piccoli e grandi ospedali, con i tagli ai posti letto, con la riduzione del personale sanitario e la cessione di tantissime attività specialistiche al privato. Ma solo al Serristori si persegue nella follia dello smantellamento”. Il sindacato di base (pubblico impiego) della USL Toscana Centro non crede che l’ospedale di Figline verrà riportato alla piena funzionalità, allor quando l’emergenza sarà finita, anzi: il ritorno di un anestesista a Figline (solo la mattina) secondo i rappresentanti dei lavoratori non deve essere considerato un segnale rassicurante: “Il grosso degli anestesisti rimarrà altrove, e una sola unità lavorerà sulle 6 ore giornaliere rispetto al servizio di prima, che ne prevedeva la presenza sulle 24 ore. Nel frattempo la sub intensiva rimane chiusa e il pronto soccorso lavora sulle 12 ore”.

Proprio sul pronto soccorso chiuso di notte si accentra la critica dei Cobas: “Nonostante il blocco degli accessi da parte del 118, nonostante gli appelli degli amministratori e manager a non recarsi al presidio Serristori, in questo periodo sono aumentati gli accessi giornalieri. Quasi ogni notte ci sono 4 cittadini che alla chiusura delle ore 20,00 attendono la mattina per ricevere cure. Così gli infermieri prestano le proprie competenze ai pazienti, mentre l’unico medico internista presente lavora in contemporanea nelle tre medicine in assenza totale di un anestesista e di un chirurgo, così come era nel periodo pre-covid”.

Infine la critica alle scelte di politica sanitarie che, secondo i Cobas, finora avrebbero privilegiato la sanità privata “Le nostre sale operatorie restano inspiegabilmente chiuse a fronte di quelle aperte, con i soldi pubblici, nelle strutture private dove vi operano nostri specialisti chirurghi e ortopedici. E quando sorgono delle complicanze post intervento, il paziente viene trasferito, come recentemente è avvenuto, nella struttura pubblica”.

Per questi motivi i Cobas chiedono “Il rientro immediato di tutti gli operatori sanitari e medici, la riapertura della week surgery, della sub intensiva, del pronto soccorso, delle sale operatorie. Chiediamo che venga posta fine alla situazione di estrema gravità per gli operatori e pazienti. E che il Serristori venga rilanciato e messo in sicurezza”.


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