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Attualità venerdì 08 gennaio 2021 ore 11:15

“Regole centro storico, Chiassai ci ripensi”

Via Roma a Montevarchi
Via Roma a Montevarchi

Il movimento “Valdarno in Azione” interviene nel dibattito sul nuovo regolamento che vieta i negozi etnici in alcune aree del paese



MONTEVARCHI — Un regolamento poco chiaro che lascia spazio a troppe interpretazioni, che non assicura un reale decoro del centro storico e non aiuta le attività commerciali già penalizzate per la particolare situazione sanitaria.

Valdarno in Azione invita il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai a un ripensamento, ad ascoltare tutte le forze politiche per rivedere il documento per la tutela e il decoro del centro storico, votato a maggioranza nel consiglio comunale e che ha scatenato un acceso dibattito politico in città soprattutto su due punti del documento: il divieto all’apertura di nuovi negozi etnici e l’obbligo – sempre per i nuovi esercizi – di installare insegne solo in italiano.

Azione “osserva che l’amministrazione con questo regolamento si deresponsabilizza dal tema della sicurezza e della pulizia dell’ambiente trasferendo sui privati cittadini i costi e la responsabilità di questo onere. Il decoro non si assicura vietando la vendita di determinati articoli commerciali o vietando l'ampliamento della superficie di esercizio in un periodo come questo dove le distanze da mantenere sono elemento vitale per il mantenimento di un’attività commerciale”.

Per il movimento, inoltre “la regolamentazione non è assolutamente chiara perché lascia spazio a interpretazioni soggettive delle regole che non garantiscono una applicazione certa delle stesse e lasciano spazi a potenziale carenza di equità basata su assunti ove per evidenziare un illecito viene utilizzata la discrezionalità. Infatti sono presenti nel regolamento parti dove per contestare la fattispecie illecita viene necessariamente introdotto l’uso della valutazione discrezionale dell’agente accertatore; sono presenti divieti estremamente restrittivi quali l’obbligo di vendere prodotti locali o della tradizione italiana per il 70% che, se da una parte impediscono l’apertura di negozi etnici alimentari/non alimentari, kebab, bazar, allo stesso modo impediscono l’apertura di un ristorante giapponese, di una birreria che vende birre estere o di una paelleria spagnola. Senza valutare cosa si possa intendere per etnico o no. Ad esempio, la vendita di frutta esotica equivale a vendere un prodotto etnico o no: un salto indietro di secoli di fronte ad una realtà cosmopolita. Che dire poi dell’obbligo di non vendere alcolici dopo le 18? Le enoteche, i bar ed i negozi di alimentari non avranno la possibilità di completare parte delle vendite attese”.

Per Valdarno in Azione poi “Non è con i divieti che si ottengono i risultati migliori, ma con l’armonia fra i diritti ed i doveri collegati ad un più puntuale controllo del territorio”. Alla luce di queste e altre considerazioni, il movimento si propone come interlocutore dell’amministrazione comunale “per la modifica del regolamento al fine di raggiungere obiettivi condivisi e per la redazione di un piano particolareggiato di incentivi per l’installazione di tende e/o infissi omogenei; Incentivi per giovani coppie che decidono di trasferirsi nel centro storico; incentivi per nuovi esercizi commerciali che decidono di investire sui locali sfitti; una calendarizzazione di eventi culturali nel centro storico. Confidiamo che questa amministrazione faccia un passo indietro di fronte a questo regolamento, che apra un vero confronto con tutte le forze politiche e sociali, affinché sia possibile costruire un piano serio sul decoro e rilancio del centro storico. Se così sarà, Azione sarà sempre disponibile a dare il proprio contributo”.


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