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Attualità lunedì 04 gennaio 2021 ore 17:30

Centro storico, regole sul decoro sgradite al Pd

Samuele Cuzzoni
Samuele Cuzzoni segretario del circolo Pd di Montevarchi

Vietati negozi etnici e consentite solo insegne in italiano: il nuovo regolamento deciso dal Comune considerato “xenofobo e divisivo”



MONTEVARCHI — Il muovo regolamento per il decoro del centro storico di Montevarchi non convince il Pd. Le iniziative prese dal Comune sono considerate dal partito di opposizione xenofobe visto che tra le regole previste vi è il divieto di aprire nel cuore della cittadina negozi etnici di qualunque genere mentre le attività commerciali – comprese quelle già esistenti – devono avere insegne in italiano. Decisioni che – secondo il Partito democratico locale – vanno nella direzione di creare in paese un clima divisivo e di compiacere alcune fasce della popolazione anche in vista della prossima campagna elettorale (il mandato del sindaco Chiassai è infatti in scadenza e si andrà al voto – Covid permettendo – la prossima primavera).

A prendere posizione contro il nuovo atto dell’amministrazione di centrodestra è Samuele Cuzzoni, il giovane segretario di Circolo del Pd di Montevarchi. “Ho letto con attenzione il nuovo regolamento per la tutela e il decoro delle attività del centro storico voluto con forza e senza alcun dialogo con le opposizioni e con la città, dalla destra che guida il Comune di Montevarchi e sono allibito” dice.

“Con i soliti concetti paravento, che sentiamo fin dall'inizio di questa legislatura, del decoro urbano, della qualità della vita dei residenti, della tutela dell’identità storico-architettonica della città, si mira ad insinuare nella nostra città concetti divisivi ed ingiusti, quasi razzisti e sicuramente xenofobi, tipici della destra peggiore e che ci rimandano purtroppo indietro esattamente di un secolo. Vietati in buona parte della città negozi etnici alimentari e non alimentari, bazar, internet point, distributori automatici, consentite nuove aperture solo per chi venda prodotti alimentari e non “della tradizione italiana” (ma forse volevano scrivere 'tradizione italica'), ma senza poi dirci quali siano. Inoltre, si specifica che le insegne, anche quelle esistenti, dovranno essere espresse esclusivamente “con caratteri della cultura occidentale, in lingua Italiana (ma anche qui forse volevano scrivere 'italica'), fatta eccezione per quelle parole ormai divenute parte del linguaggio italiano”, ma non si specifica ovviamente quali siano per lasciare un bel po' di discrezionalità. La Giunta Chiassai – prosegue l’esponente del Pd montevarchino - ha deciso così di mostrare il proprio vero volto: dopo cinque anni di immobilismo e di provvedimenti spot ecco la trovata elettorale per compiacere quanti finora non hanno visto niente, ma invocano ancora il pugno duro. Nonostante le promesse e gli annunci clamorosi, come il divieto di sedersi sulle panchine o l'eliminazione dei tavolini all'aperto in alcune zone della città, non solo la città di Montevarchi non è cresciuta o migliorata, ma bensì la si è fatta passare, dagli amministratori stessi, come il Bronx del Valdarno". 

"Montevarchi - sottolinea il segretario del circolo Pd - fino a 5 anni fa era un simbolo concreto di sperimentazione nel campo della coesione sociale e di un paese multiculturale, quale quello che siamo, capace di creare progetti di integrazione cercando di anticipare un problema che adesso abbiamo tutti noi davanti agli occhi. La voglia di esclusione sociale, e non di inclusione, di scegliere chi è meglio e chi è peggio, esce con forza da queste normative e scelte amministrative: azioni inammissibili e controproducenti al bene della comunità montevarchina tutta. Invitiamo pertanto apertamente il sindaco Chiassai ad andarsi a rileggere l'art. 3 della nostra Costituzione dove “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione” e l'art. 41 dove si stabilisce che “L’iniziativa economica privata è libera”. Montevarchi ed i montevarchini – conclude Cuzzoni - meritano qualcuno che vuole bene veramente a questo paese, che si prenda cura di ogni cittadino, non con questi provvedimenti sensazionali ed ingiusti, ma con progetti lungimiranti e di respiro che possano regalarci una città rinnovata, sostenibile e dialogante. Si erano proposti con lo slogan 'Tutta un’altra storia', e difatti ci stanno portando indietro nella storia e nella civiltà di molti anni”. 


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