STOP DEGRADO sabato 08 maggio 2021 ore 18:00
Quelle case popolari diventate uno scempio

L’ex sindacalista Romei scrive una lettera aperta alle autorità: la struttura abbandonata e cadente deturpa il quartiere, meglio buttarla giù
MONTEVARCHI — C’è chi propone una raccolta di firme. Chi ricorda di aver giocato davanti a quello che chiama il “casone”. Altri si rammentano quando lì vivevano alcuni parenti scappati una sera del dicembre del 1961 per un movimento franoso che metteva a rischio la stabilità dell’edificio.
I montevarchini si sono scatenati sui social sostenendo Romeo Romei – ex segretario della Cgil della cittadina – che ha pubblicamente denunciato il serio problema di degrado e sicurezza che tocca il quartiere della Ginestra: le vecchie case popolari costruite negli anni Sessanta sono abbandonate da tempo e cadenti, un vero scempio per l’area residenziale del rione cittadino. “Credo che sia indispensabile l’abbattimento” ha scritto giorni fa Romei sulla sua pagina Facebook
Quel vecchio complesso edilizio è “un pericolo per l'abbandono, la decadenza, lo scempio del territorio, rifugio di animali e forse anche di male intenzionati”. Un’idea condivisa da tanti concittadini. E così forte del sostegno ottenuto, Romei ha scritto nei giorni scorsi una lettera aperta alle autorità per rendere noto il problema e chiedere l’abbattimento della fatiscente struttura.
Romei nella lettera inviata a Silvia Chiassai in qualità di sindaco di Montevarchi e presidente della Provincia di Arezzo, alla Regione e alla società Arezzo Casa, dopo aver ricordato la storia delle case popolari, sottolinea: “In 60 anni il degrado è evidente, il palazzo non è caduto ma è stato svuotato di tutto quanto era possibile portare via. Oggi, invaso dalle macchie, dalle macerie, dai rifiuti è un monumento al degrado, all’abbandono, rifugio di animali e non solo, un cazzotto alla bellezza del quartiere intensamente popolato, anche se mancante di verde pubblico, di parcheggi e di ogni servizio".
"Nel Prg ne è previsto l’abbattimento con spostamento dei volumi, ma le condizioni attuali del mercato difficilmente lo consentiranno, credo che a questo punto sia necessario pensare una nuova procedura che preveda comunque l’abbattimento e la trasformazione dell’area a verde pubblico e a parcheggio destinato ai residenti. Sono certo – conclude l’ex sindacalista - che tra gli investimenti che avete da programmare, questo investimento sia da prevedere, nell’interesse dell’intera comunità”.
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