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Attualità lunedì 02 novembre 2020 ore 11:30

Serristori, dubbi e domande del Partito Comunista

Dipendenti del Serristori di fronte all'ospedale di Figline

“Si rimane perplessi se si ricapitola cosa è successo nelle ultime settimane”. Sulle vicende dell’ospedale interviene la federazione fiorentina pci



FIGLINE INCISA — La federazione fiorentina del Partito Comunista Italiano e sezione del Valdarno fiorentino del Pci intervengono sulle ultime vicende che hanno interessato l’ospedale di Figline “L'ultima di una serie di notizie apparse nelle ultime settimane – scrivono i due organismi comunisti - è quella della trasformazione temporanea del Serristori in ospedale specifico per l'accoglienza di pazienti affetti da infezione Sars CoV2”.

“Fin qui tutto bene- commenta il Pci - l'emergenza impone scelte difficili e soprattutto occorrono posti letto, anche nella prospettiva di una curva epidemica ormai esponenziale. L'annuncio è dapprima apparso sui giornali e poi, a quanto sembra, vi è stata una comunicazione istituzionale. Comunicazione apparsa, tuttavia, su Facebook (!!) divenuto ormai l’organo ufficiale della comunicazione politica”.

Il Partito fa poi una rapida carrellata dei fatti che si sono succeduti in rapida sequenza: Chiusura del reparto "bolla" per i pazienti positivi; spostamento del servizio di effettuazione tamponi; focolaio di contagi; scontro politico tra maggioranza ed opposizione sulla mancata convocazione di una commissione preposta ad accertare quale fosse l'origine del focolaio e quali azioni avesse intrapreso la ASL di concerto con il comune. “Accanto a questo occorre anche chiedersi altre cose – chiosa l’ultimo comunicato comunista - La Asl ha concertato con i sindacati di categoria questa scelta? I lavoratori sono stati coinvolti e, di conseguenza, debitamente formati? È previsto un incremento di specialisti medici, anestesisti e rianimatori nonché la creazione di un’area sub intensiva per quei casi in peggioramento e in attesa di essere trasferiti? L'accesso al nosocomio sarà interdetto per le altre attività (visite ed esami specialistici)? E se sì dove e per quanto tempo? E se no con quali misure di sicurezza? Continueranno le attività chirurgiche programmate? Il Cup sarà spostato in altra sede? È già stata individuata? Crediamo che a queste domande (ma anche alle molte altre che possano giungere) sia la ASL che la Regione nonché l'Amministrazione Comunale debbano rispondere”.


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