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Attualità martedì 23 febbraio 2021 ore 13:07

Cultura e polemiche, Farini: “Resto al mio posto”

Francesca Farini, assessore alla Cultura di Figline e Incisa

L’assessore e la sindaca Mugnai rispondono alle critiche di Fratelli d’Italia: “La ‘Rivoluzione della curiosità’ nel nostro programma di mandato”



FIGLINE E INCISA — “Ringrazio l'opposizione, nello specifico FdI, per il consiglio di dimettermi ma credo che declinerò l'invito, rimanendo al mio posto, perché i progetti e le politiche da portare avanti a tema cultura e promozione del territorio sono tante e impegnative”. Francesca Farini, assessore alla Cultura e agli Eventi del Comune di Figline e Incisa, risponde alle numerose e ripetute critiche che sono state espresse da Fratelli d’Italia, in merito alle scelte di politica culturale adottate dall’Amministrazione Comunale: “Politoche che non sono quelle degli spot o delle iniziative una tantum – replica l’Assessore - ma penso che la cultura vada intesa in senso ampio, nelle sue tante sfaccettature, per raggiungere tutti sia a livello fisico (impegnandoci su tutto il territorio, come avvenuto con la rassegna 'Il giardino di Alceste' che, dopo l’edizione 2020 dedicata a Dante, porterà nelle frazioni Gaville, la Massa, il Burchio, Poggio alla Croce, Ponte agli Stolli e a Villa Casagrande serate con un tema 'a sorpresa') sia a livello generazionale (dai bambini agli adulti, dagli appassionati di arte, di musica, di letteratura a quelli di cultura digitale e fotografia)”.

Per rispondere alle critiche di Fratelli d’Italia si è mossa anche la sindaca Mugnai, che ha firmato insieme all’assessore Farini un documento congiunto “alla luce delle “approssimative e superficiali interpretazioni sulle politiche culturali” che abbiamo letto nei giorni scorsi ad opera di chi propone di ‘festeggiare i compleanni’ di alcuni nostri illustri concittadini senza alcuna una visione, progettualità e inquadramento più ampio, ma riducendo a macchietta i personaggi storici. Seguire una politica culturale, per noi, significa raccontare la comunità, raccogliere le istanze di tutte le generazioni che la compongono e dar loro possibilità e occasioni di dialogo e di approfondimento, ma attraverso il loro linguaggio”.

“Nel nostro programma di mandato il capitolo dedicato alla cultura si chiama la “Rivoluzione della curiosità” – scrivono Mugnai e Farini - perché crediamo che la cultura sia alimentata dalla curiosità, dal bisogno di conoscenza, dalla ricerca di riferimenti identitari come collante per la comunità. E dovrà essere rivoluzionaria anche nei metodi, nell’approccio e nella gestione. Per essere aderenti alle necessità, ai gusti e agli interessi della nostra cittadinanza abbiamo infatti affidato al Centro Studi Turistici una ricerca sui principali eventi della nostra città: sarà un modo per conoscere esattamente quali sono le abitudini di chi frequenta le nostre manifestazioni, ma soprattutto per scoprire quali prospettive di sviluppo esse abbiano per riuscire ad attrarre nuovi segmenti di pubblico. Capiamo che un’analisi del genere sembrerà rivoluzionaria a qualcuno, ma vi assicuriamo che non c’è niente di straordinario: stiamo semplicemente studiando il nostro territorio per riuscire a promuoverlo nel modo migliore e non basando il nostro giudizio sulle sensazioni che arrivano dal frequentare un evento, ma da numeri il più possibile oggettivi”.


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