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Attualità giovedì 17 dicembre 2020 ore 18:50

Cobas: Serristori ancora “inspiegabilmente” Covid

Serristori, lavoratori e rappresentanti dei Cobas
Foto di: Paolo Ricci

Il sindacato “Gli altri piccoli ospedali sono già tornati alla loro funzionalità, invece a Figline restano chiuse le chirurgie e il pronto soccorso”



FIGLINE E INCISA — Da circa due mesi che l'ospedale Serristori è stato trasformato in presidio Covid a supporto della rete ospedaliera della Usl Toscana Centro, con la conseguente chiusura totale del pronto soccorso, della chirurgia d’urgenza e programmata, delle sale operatorie della chirurgia generale e ortopedia e dell’endoscopia, così come le attività che riguardano gli interventi operatori di oculistica ambulatoriale con la riduzione dell’attività radiologica utilizzata solo per i pazienti ricoverati così come avviene per la cardiologia.

Il protrarsi di questa situazione ha suscitato una presa di posizione del sindacato di base (Pubblico impiego, Toscana Centro) il quale ha ricordato come siano ancora “ridotte al lumicino le visite ambulatoriali specialistiche come l’otorino, l’oculistica, la dermatologia, le prime visite e medicazioni chirurgiche, l’urologia, il Day Service medico e chirurgico, la diabetologia, mentre arranca con grande difficoltà l’area oncologica e pediatrica”.

Secondo i Cobas tutto ciò provoca enormi i disagi e criticità per intere famiglie del Valdarno Fiorentino: “I cittadini, per trovare delle risposte ai bisogni di salute tra un presidio all’altro dell’area Usl Toscana Centro - senza una certezza di una immediata presa in carico dei propri problemi sanitari, se non con tempi lunghi e alle volte improponibili- sono costretti a rivolgersi, gioco forza, alle strutture private”.

Lo stesso sindacato ricorda che contestualmente alla chiusura e riduzione delle attività ospedaliere “sono stati trasferiti infermieri – specifica una nota dei Cobas - così come è avvenuto nella prima fase pandemica, molti dei quali sono utilizzati strumentalmente dall’Azienda per coprire le carenze di personale della rete fiorentina a causa delle politiche di contenimento della spesa in fase pre-covid”.

Questa operazione di riconversione ospedaliera contestata dai Cobas, sarebbe stata implementata durante il dispiegarsi della seconda ondata epidemica anche su altri presidi ospedalieri, “ma ora questi presidi sono tornati, per una parte, nella loro funzionalità normale di ospedali con strutture anche No-Covid – fa notare il sindacato - mentre al Serristori ‘misteriosamente’ permane la destinazione di Ospedale Covid. Eppure il presidio di Figline potrebbe riaprire al pari degli altri ospedali in totale sicurezza, dato il buon lavoro fatto sulla distinzione dei percorsi e degli ingressi, sia il pronto Soccorso che la Chirurgia d’elezione e di urgenza oltre a tutte le attività specialistiche ambulatoriali a pieno regime ivi compreso la radiologia”.

Il sindacato Cobas chiede quindi “che l’ospedale Serristori riprenda nell’immediato le sue attività in sicurezza, il rientro nella sede di assegnazione degli infermieri obbligati al trasferimento, il rispetto degli impegni istituzionali assunti il 2 settembre 2020 dal direttore generale Usl Toscana Centro con i primi cittadini del Valdarno Fiorentino”.


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