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Attualità sabato 28 marzo 2020 ore 09:30

Cobas “Posti letto al privato e non al Serristori”

L'antico ingresso dell'Ospedale Serristori

Il sindacato di base torna ad accusare la sindaca Mugnai. “Scelte in contrasto con quanto indicato dall’Unità di Crisi regionale sulle maxi emergenze”



FIGLINE E INCISA — La sindaca di Figline e Incisa viene nuovamente criticata per le scelte sul Serristori che sarebbero state compiute in sintonia con i responsabili della sanità. Le accuse a Giulia Mugnai sono contenute all’interno di un documento diffuso e sottoscritto dal coordinamento nazionale federazione Cobas Pubblico Impiego e dai delegati Rsu Cobas USL Toscana Centro.

La lunga nota distribuita alla stampa prende spunto dalla delibera con la quale l’Azienda sanitaria individua all’interno di alcune strutture private una quarantina di posti letto per ricoveri ordinari e altri otto posti di terapia intensiva, per il periodo di emergenza che va dal 9 marzo al 30 aprile. Il sindacato di base, dopo aver analizzato i costi di questa operazione, si chiede il motivo di questa scelta “quando nelle medicine dell’ospedale Serristori attualmente rimangono disponibili e liberi 21 posti letto, e si sono soppressi 2 posti letto di sub intensiva che potevano diventare 4 senza ulteriore dispendio economico”.

Il documento sindacale ritorna quindi sulle polemiche divampate nei giorni scorsi per la chiusura notturna del Pronto Soccorso dell’ospedale di Figline, paventando addirittura la possibilità che in futuro la chiusura possa essere estesa anche all’orario diurno. Secondo i rappresentanti sindacali l’aver sottratto al Serristori specialisti medico chirurghi e gli anestesisti sulle 24 ore “ha comportato la soppressione di tante attività quali: diagnostica radiologica con mezzi di contrasto, attività di endoscopia digestiva, attività di cardiologia, soppressione delle emergenze chirurgiche in sala operatoria, messo a rischio il Pronto Soccorso oltre a ridurre a zero l’attività oncologica (trasfusioni di immunoglobuline, terapia di supporto, chemio terapia e valutazione del percorso pre-chemio terapico e biopsie di interesse oncologico) con dirottamento dei pazienti ematologici al presidio ospedaliero di San Giovanni di Dio e gli oncologici sul presidio ospedaliero Covid dedicato dell’Osma”.

Il sindacato di base rimprovera quindi alla sindaca Mugnai di aver avallato scelte che non hanno messo “a disposizione della comunità in sofferenza per il Covid-19 le strutture dell’Ospedale Serristori, ma hanno utilizzato l’epidemia per sopprimerlo”. Scelte che, secondo i Cobas, sono “in contrasto con quanto indicato dall’Unità di Crisi regionale sulle maxi emergenze che indicava l’ospedale Serristori come struttura adeguata No-Covid per fare interventi chirurgici, ricoveri medici e viste specialistiche e diagnostica con massima efficienza per sopperire alla riduzione delle attività degli ospedali Covid dedicati”.


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