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Attualità sabato 06 giugno 2020 ore 15:50

Cobas, il pronto soccorso “sfora” ma salva la vita

Caso di infarto risolto grazie all’intervento in urgenza dell’anestesista e degli infermieri. Il sindacato: “Caos gestionale all’ospedale Serristori



FIGLINE E INCISA — “Caos gestionale all’ospedale Serristori: pronto soccorso in tilt e rischio sicurezza per la salute dei lavoratori nei reparti di medicina”. Questa l’accusa lanciata dai Cobas Pubblico Impiego USL Toscana Centro. “In questi giorni continuano gli sforamenti di orari di chiusura del Pronto Soccorso (previsto per le ore 21) per prestare assistenza e cura ai pazienti li ricoverati e in attesa di inquadramento clinico diagnostico e delle ambulanze per il trasferimento notturno in altri presidi ospedalieri in caso di necessità – spiega il sindacato di base - In questa pericolosa situazione di caos i nostri lavoratori riescono, anche rientrando al lavoro dal proprio giorno di riposo, ad assicurare l’assistenza dovuta come è accaduto il pomeriggio di domenica 31 maggio 2020 che grazie all’intervento in urgenza fatto dall’anestesista e dal gruppo degli infermieri sono riusciti ad eseguire interventi terapeutici salvavita per infarto in corso, su un paziente che ha pubblicato il suo riconoscimento e ringraziamento sul proprio profilo facebook”.

“Ringraziamenti totalmente ignorati dai manager aziendali – accusano i sindacati - Meno male che c’era il Pronto soccorso aperto”.

Secondo gli stessi rappresentanti dei lavoratori è preoccupante anche la situazione che si sta verificando nel reparto di Medicina A “dove sono stati creati 6 posti letto così definiti “reparto bolla” e dove sarebbero stati ricoverati pazienti con sospetto Covid, che se confermati positivi avrebbero dovuto essere urgentemente trasferiti nell’ospedale Covid di riferimento che è l’Osma. L’apertura di questa area di degenza “bolla” avrebbe secondo le intenzioni dell’azienda giustificato la chiusura notturna del Pronto Soccorso: ma così non è. Paradossale e da veri irresponsabili è aver collocato quell’area nel reparto di Medicina A in contiguità con l’area dell’endoscopia, dove c’è un flusso continuo di pazienti esterni in attesa di esecuzione di esami diagnostici, pazienti in entrata per i ricoveri in reparto di degenza e specialisti per consulenze diagnostiche per i ricoverati, oltre ad essere zona adibita a transito per l’approvvigionamento di materiale sanitario e farmaci in uso nel reparto. altro che percorsi separati per il contrasto alla diffusione del coronavirus”

“Ulteriore preoccupazione per la tutela della salute e sicurezza da rischio biologico per gli operatori sanitari della Medicina A, che sono costretti a prestare assistenza senza l’osservanza della normativa in vigore sulla sicurezza (Dlgs 81/2008 e DPCM del governo) è lo strano ricovero, guarda caso in “questi giorni”, di pazienti Covid -19 positivi che come definito dalla USL Toscana Centro dovrebbero essere collocati altrove e non in un Ospedale come il Serristori definito NO-COVID, presenza avrebbe di questi pazienti avrebbe dovuto essere segnalata correttamente nei bollettini giornalieri che vengono resi pubblici dalle direzioni. Non è, quindi, corretta la comunicazione aziendale del giorno 5 giugno 2020 che segnalava zero casi di pazienti positivi nella ns zona quando uno di questi era ricoverato nell’Ospedale Serristori dalle una di notte ed un altro è ricoverato in data odierna”.

“In questo totale marasma organizzativo con la presenza di pazienti COVID e disattendendo le indicazioni tecnico scientifiche nazionali, regionali e dei vari Dpcm la direzione sanitaria di presidio risultava in ferie e la Direzione sanitaria dell’Osma a cui si era rivolto telefonicamente il rappresentante della Sicurezza dei lavoratori (RLS) la mattina del 5 giugno 2020 prometteva di impegnarsi a gestire questa emergenza organizzativa. Ma così non è stato, con conseguente peggioramento che è sotto gli occhi esterrefatti di tutti gli operatori (infermieri, Oss) costretti a lavorare in totale insicurezza ed esposti, sfacciatamente, a rischio biologico. Come sindacato COBAS P.I. con i nostri delegati RLS (Rappresentante della Sicurezza dei Lavoratori) denunciamo ancora una volta questa pessima modalità organizzativa-gestionale, e se pur impegnati a preparare la manifestazione del 26 giugno 2020 “Giù le mani dal Serristori”, presenteremo a breve un verbale agli organi competenti per rimuovere rischi e perseguire le responsabilità in essere”.

“Contestualmente – conclude la nota Cobas - investiamo il sindaco di Figline Incisa Valdarno, quale autorità sanitaria di riferimento, ad intervenire prontamente sulla sussistenza delle condizioni di pericolo in essere testimoniabili dagli atti pubblici sanitari e ad attivarsi per farli rimuovere”.


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