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Attualità venerdì 24 luglio 2020 ore 21:39

Due giovani uccisi a 32 anni, un giorno di luglio

Il certificato di morte di Brunetto Bernardoni
Foto di: Paolo Ricci

Il drammatico racconto dei fatti accaduti il 24 luglio di 76 anni fa. Oggi il ricordo tenuto dai rappresentanti istituzionale di Bianca e Brunetto



CASTELFRANCO PIANDISCO' — Morire a 32 anni. Morire d’estate, quando il sole picchia a mezzogiorno e nei campi si miete il grano. Sono passati 76 anni da quando Brunetto e Bianca incrociarono, quasi per caso, l’ultima e drammatica mezzora della loro breve vita.

Il 1944 era un anno bisestile: un anno di guerra. Era il 24 luglio. Quello stesso giorno – si saprà poi – i tedeschi in ritirata trucidavano 29 civili a Empoli. E venti giorni prima già avevano fatto strage a Meleto e a Castelnuovo dei Sabbioni. Il paese di San Giovanni era già in mano dalle truppe inglesi che, tre giorno dopo, si sarebbero timidamente affacciate, con due carrarmati, nella piazza di Figline. Intanto i figlinesi erano quasi tutti sfollati: avevano cercato rifugio nelle campagne per scampare ai bombardamenti dell’aviazione angloamericana e anche per sfuggire alla ferocia delle truppe tedesche che risalivano lentamente verso la Germania. Anche la famiglia Pampaloni aveva abbandonato Figline per rifugiarsi a est, sui primi poggi che precedono le balze dell’altipiano valdarnese. In quella zona, detta le Chiuse, lavoravano i coloni Bernardoni. Anche loro in attesa dell’arrivo delle truppe alleate. Invece arrivò su quella collina un soldato tedesco. Il suo nome è ancora sconosciuto, ma si conosce la sua ferocia. Probabilmente faceva parte degli uomini (se questo è un uomo) di retroguardia, incaricati di fare terra bruciata di fronte alla risalita verso nord delle truppe angloamericane. Bianca Pampaloni era una dolce ragazza, ebbe solo il torto di essere bella e di trovarsi sulla traiettoria di una belva vestita in uniforme. Tutto avvenne vicino a Casa al Tufo, nei pressi delle Chiuse. Brunetto Bernardoni, coetaneo di Bianca, forse intuì le intenzioni della bestia in grigioverde. Non ci furono testimoni. Di certo si sa che Brunetto e Bianca furono massacrati, a poche giorni dalla liberazione.

Come ogni anno il sacrificio di Bianca e Brunetto è stato ricordato con una duplice cerimonia, una di fronte alla lapide in marmo che ricorda il luogo, in località Le Chiuse di via Urbinese, dove i due giovani furono uccisi. Poi la deposizione della corona di alloro alla targa commemorativa apposta alla Casa del Popolo di Matassino, dove l’ex sindaco di Piandiscò, Nazzareno Betti, ha tenuto un intervento commemorativo incentrato sui valori della Costituzione. Tra le autorità civili erano presenti anche alcuni rappresentanti delle amministrazioni comunali: Angela Fortunato, vicesindaco di Castelfranco Piandiscò: Cristiano Benucci, sindaco di Reggello e il consigliere comunale di Figline e Incisa, Dario Picchioni. Significativa la presenza di Mario Pampaloni, quasi centenario, fratello di Bianca. E poi un rappresentante della famiglia Bernardoni, il giovane Enrico, cantante e musicista che ha concluso il suo repertorio in ricordo di Bianca e Brunetto, con la canzone simbolo di quel periodo e oggi diventata un patrimonio internazionale: Bella Ciao.


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