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Attualità sabato 08 luglio 2017 ore 12:29

Nasce la prima Farm Community gestita da disabili

La Fondazione Oda cresce con una nuova struttura: dieci persone con disabilità intellettiva si occuperanno della gestione di una fattoria



REGGELLO — Nasce a Reggello l'Oda Farm Community, una fattoria gestita da persone disabili ospiti della Fondazione Opera Diocesana Assistenza. Dieci di loro da oggi ci abiteranno ed altre quindici la frequenteranno in regime semiresidenziale.

Non sarà una fattoria per modo di dire: le persone disabili coinvolte saranno protagoniste nel lavoro agricolo e la vita all'aria aperta e gli impegni di gestione pratica saranno tra i cardini del percorso riabilitativo degli ospiti della farm.

Le persone ospitate sono seguite da un team multidisciplinare, costituito da educatori, oss e un infermiere e supervisionato dai medici della Fondazione Oda. Il piano riabilitativo è messo a punto, per ciascun ospite, in stretta collaborazione con gli esperti dell’Unità valutazione handicap dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro.

L'agenda settimanale degli ospiti è ben scandita. Parteciperanno, tra gli altri, a un laboratorio di attività agricola per imparare a prendersi cura direttamente della terra (coltivando anche ortaggi) e a uno di giardinaggio. A questi si aggiunge un progetto di cucina adattata che condurrà i ragazzi ad apprendere non solo le tecniche della preparazione degli alimenti, ma anche il vocabolario che ha a che fare con esse.

Un altro laboratorio è dedicato alla personalizzazione delle camere, per promuovere l'autonomia degli abitanti della Farm attraverso la cura e la decorazione dei loro ambienti riservati con pitture etc. Un particolare progetto è poi centrato sulla cura della raccolta differenziata, per imparare a separare correttamente i materiali di scarto del centro e portarli poi tutti ai cassonetti del paese. Non finisce qua: ci sarà anche un laboratorio per la realizzazione di una newsletter, un giornalino elettronico la cui redazione servirà agli ospiti per raccontarsi e rielaborare così il loro vissuto, oltre ad apprendere nozioni di base dell'uso del pc.

Questa serie di attività fortemente pratiche farà in modo che le persone ospitate possano intraprendere un nuovo cammino di riabilitazione. Lavoro agricolo e momenti di svago si alterneranno in un ambiente protetto, l’attività terapeutica si intreccerà ai tempi del vivere e l’esperienza verrà quotidianamente condivisa. In questo modo si creerà un nuovo spazio relazionale e comunicativo, favorito dalla collocazione felice nel contesto rurale di Reggello che apre la strada all’integrazione con la comunità locale.

“Quello di oggi, per i nostri amici disabili, è un punto di arrivo e un punto di partenza – ha spiegato il presidente della Fondazione Opera Diocesana, don Fabio Marella – Corona, infatti, un percorso che ha permesso loro di conquistare un’autonomia che da oggi potrà crescere ulteriormente, giorno dopo giorno, inseriti in questo ambiente dall’atmosfera familiare, e per di più immersi nella natura, in un contesto che si presta anche alla costruzione di un saldo legame con il territorio circostante”.

Il progetto risponde agli obiettivi prioritari del welfare toscano, attento a una presa in carico globale del paziente con disabilità e si colloca in un panorama che tende da tempo a valorizzare l'integrazione pubblico/privato per tentare nuove strade di servizio per le persone svantaggiate. "Si tratta di una bella struttura, in grado di arricchire l'offerta sulla disabilità con la garanzia della Fondazione ODA, una realtà che da sempre interviene nel settore con esperienza e capacità – ha commentato l’assessore regionale per il Diritto alla Salute, Stefania Saccardi - La fattoria di Reggello propone un modello di intervento innovativo che bene si inserisce nel lavoro portato avanti dalla Regione Toscana, un impegno che persegue un approccio attivo nei confronti delle persone con disabilità."

Con la Farm di Reggello, la Fondazione Oda inaugura la quarta struttura sotto la sua gestione e accresce la rete di servizi che offre in risposta ai bisogni di salute delle persone disabili (Villa San Luigi a Castello, la Rsd di Diacceto e adesso la Farm) e degli anziani (Istituto San Salvatore, nel quartiere di San Frediano, a Firenze) del territorio fiorentino.


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