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Attualità domenica 27 giugno 2021 ore 16:13

Infermieri delle Asl nelle Rsa private, proteste

Contestato il provvedimento della Regione per garantire le prestazioni infermieristiche in caso di carenza di personale nelle strutture per anziani



VALDARNO — Il sindacato di base chiede la revoca dell’ordinanza regionale che consente di prestare gli infermieri pubblici alle strutture private. Il provvedimento della Giunta guidata da Eugenio Giani ha carattere di urgenza e intende garantire all’interno delle RSA le prestazioni infermieristiche in caso di carenza di personale. Per i Cobas si tratta “di una disposizione grave che manomette il contratto nazionale di lavoro del comparto sanità pubblica e riguarda i diritti del personale infermieristico, per quanto interessa l’esclusività del rapporto di lavoro, intervenendo anche sul profilo di politiche di flessibilità organizzativa autoritaria che danno mano libera ai direttori generali delle Usl in Toscana utilizzando gli infermieri anche in strutture private”. Secondo il sindacato tale provvedimento non tiene conto “delle conseguenze che l’infermiere dovrà subire trovandosi catapultato in strutture residenziali ignote, dell’elevato rischio clinico, stress lavoro correlato, un profilo alto di responsabilità civile e penale, senza contare i disagi conseguenti alle modifiche legate ai tempi di vita e di lavoro”.

In una nota il sindacato di base si chiede “che fine hanno fatto i criteri di accreditamento per le strutture sanitarie e socio sanitarie previste dalle normative vigenti? Giani interviene sulle Loro mancanze sotto il profilo dell’accreditamento e criticità, che guarda caso interessa proprio il calo di disponibilità nel mercato del lavoro di personale infermieristico, con conseguenti difficoltà dei soggetti gestori delle sterminate strutture residenziali a rispettare i parametri previsti dal cosiddetto sistema integrato di interventi e servizi per la “tutela” dei diritti di cittadinanza sociale, per cui dovrebbero avere diritto alle convenzioni”.

“Come Cobas dissentiamo sulla violazione dei diritti contrattuali dei lavoratori – recita la comunicazione sindacale - sull’utilizzo della flessibilità ancora una volta giocata sulla pelle dei lavoratori e di politiche gestionali autoritarie che mettono a serio rischio e pericolo gli operatori pubblici a vantaggio in questo caso del cosiddetto sistema sanitario integrato con soggetti privati”.


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