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Attualità venerdì 26 febbraio 2021 ore 17:25

Discarica, i sindaci: “Vogliamo un confronto vero”

I sindaci contrari all'ampliamento di Podere Rota
I sindaci contrari all'ampliamento di Podere Rota

Gli amministratori contestano la disorganizzazione dell’inchiesta pubblica online sull’ampliamento di Podere Rota. E si rivolgono alla Regione



VALDARNO — Vogliamo una reale occasione di coinvolgimento e di confronto. L’audizione preliminare di ieri non è riuscita a garantire trasparenza e partecipazione ma si è svolta all’insegna dell’improvvisazione e della disorganizzazione. Assai imbarazzante la piattaforma utilizzata e la presenza del presidente dell’inchiesta pubblica negli uffici di Csai dai quali si è svolta la diretta”. E per questo sarà presentata alla Regione Toscana formale contestazione sull’organizzazione dell’inchiesta pubblica convocata ieri per iniziare a discutere sull’ampliamento della discarica di Terranuova.

Protestano senza mezzi termini i sindaci di San Giovanni, Bucine, Castelfranco-Piandiscò, Cavriglia, Laterina-Pergine, Loro Ciuffenna e Montevarchi all’indomani dell’audizione preliminare sulla richiesta di potenziamento di Podere Rota - avanzata dalla società Csai che gestisce l’impianto di smaltimento dei rifiuti – e che si è svolta ieri pomeriggio. L’inchiesta pubblica, per l’emergenza sanitaria, è stata organizzata in aula virtuale con modalità a distanza mediante collegamento da remoto. Ma lo svolgimento non è andato come previsto (vedi articolo collegato).

Come spiegano gli amministratori, alcuni partecipanti che si erano iscritti online come previsto, non hanno ricevuto l’accesso alla piattaforma e non hanno quindi potuto prendere parte alla seduta. Tra questi anche alcuni sindaci.

Ci sono stati poi vari problemi tecnici e, inoltre, “Lo strumento utilizzato per la diretta, non permetteva di vedere il numero delle persone collegate, chi partecipava e in rappresentanza di chi”.

“L’inchiesta pubblica – contestano i sette sindaci del Valdarno che sono contrari all’intervento sulla discarica – non è stata condotta dal comitato dell’inchiesta pubblica come previsto dalle direttive, ma dal solo presidente il quale ha scelto che nessuno potesse prendere la parola, che si potessero mandare solo messaggi in una chat non visibile a tutti i partecipanti e che questi messaggi fossero letti e filtrati soltanto da lui. Ha quindi valutato lui solo quali domande fossero interessanti e quindi meritassero una risposta. Le contestazioni che sono state fatte durante l’audizione rispetto a questo modo univoco di condurre l’inchiesta, non sono state prese in considerazione. Altra cosa inconcepibile, neanche il presidente riusciva a vedere i nomi di chi scriveva nella chat”.

E “a causa della confusione creata dai numerosi messaggi arrivati, il presidente ha sospeso l’audizione per ben due volte”.

Disorganizzazione e improvvisazione che non garantiscono la trasparenza e la partecipazione. Assai imbarazzante inoltre è stata la presenza del presidente negli uffici di Csai dai quali si è svolta la diretta. Sullo sfondo si notavano i manifesti e i simboli dell’azienda. La presenza del Presidente, collegato direttamente dalla sede di Csai impianti, è apparsa inopportuna per il ruolo di garante che è chiamato a svolgere in un procedimento delicato – vogliamo sottolinearlo – in cui si decide il futuro del territorio. Richiediamo spiegazioni alla Regione sui motivi del mancato rispetto di principi di trasparenza e di imparziali che sono fondamentali in un processo partecipativo così importante”.

Per questo Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni, Nicola Benini di Bucine, Enzo Cacioli di Castelfranco-Piandiscò, Moreno Botti di Loro Ciuffenna, Silvia Chiassai Martini sindaco di Montevarchi, Leonardo Degl'Innocenti di Cavriglia, Simona Neri di Laterina-Pergine inoltreranno formale contestazione alla Regione Toscana sull’organizzazione dell’inchiesta pubblica.

Questo strumento che abbiamo fortemente voluto – concludono i sindaci – dovrebbe servire per favorire l’effettiva partecipazione del pubblico nell'ambito del procedimento, per promuovere un dibattito corretto e articolato fra i vari soggetti interessati. Inoltreremo formale contestazione alla Regione Toscana sull’organizzazione dell’inchiesta pubblica, richiamando l’ente al suo ruolo di garante della partecipazione concreta e della trasparenza. Vogliamo una vera e reale occasione di coinvolgimento e di confronto. Se non sussistono le condizioni tecniche per consentire un corretto svolgimento delle sedute, allora chiediamo che l’inchiesta pubblica venga rinviata a quando potrà svolgersi in presenza”. 


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