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Attualità sabato 05 dicembre 2020 ore 19:37

“Tamponi e disgusto” Italia Viva contro il sindaco

Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano sull'Arno

Sulla stampa il dottor Lorenzini attacca, a livello etico, alcuni suoi colleghi per il costo del test eseguito privatamente. E scoppia la bufera



RIGNANO SULL'ARNO — Prima sui giornali, poi sui social, e infine anche nel dibattito politico. Non si placa la polemica nata intorno alla questione sollevata dal sindaco di Rignano sull’Arno, in merito al servizio di tamponi svolto privatamente da un medico.

Nel corso di un’intervista pubblicata dal quotidiano La Nazione e poi ripresa da altre testate giornalistiche, il dottor Daniele Lorenzini, primo cittadino e medico di Rignano sull’Arno, ha dichiarato: “Poche ore fa un collega mi ha confermato le sue tariffe, spiegando che quello che fa è perfettamente lecito e trascritto su regolare fattura. Forse a livello legale nulla vieta di far pagare 50 Euro un tampone rapido che porta via nemmeno un minuto di tempo, ma a livello etico lo trovo disgustoso. Alcuni medici sono stati definiti eroi nei mesi scorsi, questi non lo sono per niente”.

Dichiarazioni pubbliche che hanno suscitato forti reazioni contrapposte nella cittadinanza. Accanto ai tanti che condividono la denuncia espressa dal sindaco, a sorpresa sono spuntate opinioni di tenore completamente opposte da parte di numerosi cittadini. Ad esempio, sulla pagina Facebook di “Sei di Rignano sull’Arno se...” la signora Silvia ha mostrato pubblicamente il suo disappunto nei confronti di chi contesta “l’eticità di un servizio utilissimo per la comunità che nessuno ci ha obbligato ad utilizzare. Perché chi ha deciso di usufruire di quel servizio lo ha fatto in piena consapevolezza”. “Quindi caro Sindaco – aggiunge la stessa Silvia - se lei pensa di aver fatto del bene alla comunità credo che si sbagli di grosso. Non c’è niente di vergognoso nell’operato di questo professionista”.

Anche il signor Andrea sbotta. “Un servizio funzionante dato da alcuni medici ad una cifra irrisoria, per la velocità dell’esito, interrotto per non so che cosa. Nessuno ci ha mai obbligato a spendere 50 euro”. Subito dopo Stefano trae le sue conclusioni: “evidentemente se si fa ricorso al tampone privato, a pagamento, è perché il servizio pubblico non è ritenuto sufficientemente tempestivo”. Il signor Francesco aggiunge preoccupato: “Se ci fosse un modo per non far smettere il servizio bisognerebbe adoperarsi quanto prima”. Nell’elenco dei contrari anche il signor Nicola, il quale commenta: “che tristezza, per una volta che qualcuno semplifica la vita alle famiglie”.

Dopo il dibattito sui social, alla fine è arrivata anche la polemica politica: in una nota diffusa da Italia Viva di Rignano sull’Arno, il partito di Renzi se la prende con il “sindaco pro tempore che denuncia i suoi competitor”. Nel testo di Italia Viva si ricorda che il sindaco “durante i suoi mandati come primo cittadino non ha mai smesso di esercitare la professione di medico di base nel territorio da lui amministrato, oggi accusa il suoi colleghi di lucrare sui tamponi”.

A questo punto Italia Viva di Rignano “senza entrare nel merito” rileva “la grave inopportunità di questa presa di posizione per almeno due motivi. Il primo perché stimiamo e consideriamo i medici di base della nostra zona come ottimi professionisti e crediamo che la loro azione sia rivolta ad offrire un servizio ai richiedenti senza nessuna coercizione o obbligo”. In secondo luogo “stupisce e colpisce che ad evidenziare la critica sia un collega che, di fatto, agisce in palese conflitto di interessi creando inoltre un danno di immagine oggettivo”.


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