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Elezioni 2020 lunedì 14 settembre 2020 ore 17:19

Matteo Renzi ritorna nella sua Rignano per Dalida

Dalida Manfroni con Matteo Renzi stamani a Rignano

Il leader di Italia Viva partecipa all’ iniziativa per la candidatura di Manfroni, ma poi prevale la nostalgia nell’ incontro con gli amici di sempre



RIGNANO SULL'ARNO — Doveva essere una delle tante iniziative politiche di carattere elettorale, in realtà per Renzi è stato come fare un salto a ritroso nel tempo di oltre quindici anni, ritrovando per un paio d’ore amici, compagni e interi nuclei familiari frequentati in gioventù.

Matteo è tornato nella sua Rignano sull’Arno per sostenere la candidatura nel collegio “Firenze 2” di Dalida Manfroni, imprenditrice che da trent’anni manda avanti un’azienda di forniture alberghiere. Una donna dinamica, che dopo il lavoro e il volontariato, trova anche il tempo per coltivare la sua passione per il volo (è presidente dell'Aero Club Valdarno). Insomma, una donna che non avrebbe bisogno della politica per realizzarsi. Le chiediamo se è stato Renzi a convincerla: lei glissa la risposta: “Mi hanno telefonato per chiedermi di impegnarmi. Per me è stato un onore. Ci sto mettendo passione, come in tutte le altre cose che faccio. Mi stanno a cuore soprattutto i problemi del lavoro. Nella mia azienda i dipendenti sono la cosa più preziosa, anche perché, se per caso rompi un muletto lo puoi sempre cambiare, ma se perdi un lavoratore capace è un vero problema. Vorrei portare al tavolo della politica, anche regionale, la questione delle partite Iva: nel mio lavoro incontro tante persone sempre più in difficoltà, soprattutto in questo momento”.

Temi importanti che, per una volta, Matteo Renzi non riesce ad affrontare. Appena entra nell’area sportiva del Green Park di Rignano, dove è stato allestito l’evento di Italia Viva, la nostalgia ha la meglio sulle questioni elettorali. Passa tra i tavoli - distanziati per la normativa anticovid – e incrocia le voci e gli sguardi della sua gente, di quelli che lo chiamano “Matteo” da sempre. Si intrecciano frasi molto lontane dalla politica nazionale: frammenti di conversazioni che fanno bene al cuore: “Sei già andato in pensione! Accidenti”. “Tuo figlio che fa? Il primo anno di università”. “Ma guarda chi c’è qui!”. E giù vigorose pacche sulle spalle che sostituiscono gli abbracci di un tempo. Più che delle questioni di Governo la gente gli chiede notizie della famiglia. Uno, evidentemente appassionato di calcio, chiede a Matteo se suo figlio Francesco “gioca ancora da trequartista”. E per dieci minuti buoni Renzi si scorda delle elezioni e discetta di “falso nueve” e di altre questioni tattiche che accompagnano la carriera da calciatore di suo figlio. Mani nelle tasche dei jeans, rilassato e sorridente, Renzi scambia battute con gli amici, utilizzando uno slang fiorentino che solo un appassionato dei film di Benigni potrebbe capire nella sua complessità di significato e significante. Fuori lo aspetta con impazienza il suo staff. La macchina è pronta, c’è da recarsi a Fucecchio per l’ennesimo appuntamento elettorale. Ma Renzi si attarda ancora nel gineceo degli affetti di paese: la barista gli prepara l’ultimo caffè e gli dice “che è più bello”. L’auto è in moto. Bisogna andare. Visto che indossa la mascherina, una signora non resiste e lo abbraccia. “Io tornerei qui anche domani -dice lui con l’ultima battuta - anche perché si mangia davvero bene”.


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