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Attualità venerdì 04 dicembre 2020 ore 12:26

Sale antighiaccio, la soluzione con tanti problemi

I Comuni fanno scorte di cloruro di sodio sotto forma di salgemma. Quell’obbligo della manutenzione stradale, che però provoca danni all’ecosistema



REGGELLO — Garantire la sicurezza necessaria agli utenti delle strade anche d’inverno è compito delle istituzioni. Questo implica, in caso di nevicate, gelate o presenza di ghiaccio, di ridurre al minimo il rischio di sbandate o di scivolate. In caso di incidenti derivanti dalla mancanza di manutenzione, la responsabilità viene attribuita al proprietario dell’opera. Ecco perché gli enti che hanno in carico la manutenzione delle varie arterie stradali fanno largo uso del cloruro di sodio, sotto forma di salgemma. Questo prodotto è considerato il fondente più indicato per la manutenzione invernale delle strade.

Si tratta di una prassi comune, che purtroppo non ha valide alternative. Proprio in questi giorni, ad esempio, il Comune di Reggello ha prudentemente rifornito le proprie scorte di sale. Un provvedimento adottato “Constatato – recita il documento – che è necessario ripristinare le scorte di cloruro di sodio (salgemma) che questa Amministrazione comunale utilizza per eliminare le formazioni di ghiaccio lungo le sedi stradali e quindi per garantire la sicurezza dei cittadini”. Per questo motivo il Comune di Reggello ha emesso un documento contabile per “affidare la fornitura di 10.000 Kg (10 bancali) di sale ad uso disgelo al prezzo di Euro 0,12 al Kg, per un importo di Euro 1.200,00 oltre iva 22% e quindi per complessivi Euro 1.464,00”.

In effetti il Cloruro di Sodio è uno dei prodotti maggiormente utilizzati per la rimozione dal suolo di neve e ghiaccio. Agisce come fondente sciogliendo neve e ghiaccio e, abbassando la temperatura di congelamento dell'acqua, previene la formazione del ghiaccio. Purtroppo, come dimostrano numerosi studi, gli effetti del sale anti-ghiaccio sugli alberi e sugli ecosistemi sono complessi e non possono essere stimati con precisione.

Uno studio comparativo condotto a Basilea ha mostrato che gli alberi che crescono in condizioni favorevoli vivono significativamente più a lungo (in media 100 anni) rispetto a quelli cresciuti in luoghi maggiormente esposti ai danneggiati sollecitati dal sale (60 anni). Diffondendosi nell’aria e nell’acqua di fusione, il sale antigelo sparso meccanicamente sulle strade finisce per contaminare l'ambiente attraverso diverse vie, danneggiando le piante ed inquinando il suolo e le acque (secondo Brod, H. G. 1993). Se viene sparso allo stato asciutto, come avviene tutt’ora quasi sempre, solamente una parte del sale anti-ghiaccio rimane sulla strada. Una notevole quantità viene invece soffiata via dal vento o spostata lateralmente dai veicoli in transito, ricadendo poi direttamente sia sul terreno circostante, che sugli alberi o sugli arbusti, vuoi sotto forma di polvere, che di aerosol.

L’apporto di sale nel terreno ne modifica la struttura. Gli ioni di Sodio e di Cloro disciolti nel terreno finiscono nella vegetazione per via indiretta. Essi vengono assorbiti dalle radici e finiscono per perturbare l’equilibrio nutrizionale dell’albero. Questo stato genera non solo uno stress idrico, compromettendo inoltre il metabolismo delle piante in seguito alla distruzione delle strutture cellulari. I sintomi e i danni visibili più importanti sono l’imbrunimento dei margini delle foglie e la loro necrosi, manifestazioni che indicano che l’intero sistema vitale dell’albero risulta essere destabilizzato.

Il problema è noto e viene largamente dibattuto in tutto il mondo: In Italia l’associazione Aspo (Association for the Study of Peak Oil) si è occupata della questione segnalando, con dovizia di approfondimenti, che il sale a contatto con le radici delle piante ne blocca la crescita.

Intanto si studiano alternative. Quella di cui si parla di più deriva da un residuo di lavorazione delle barbabietole che, tuttavia, avrebbe un effetto ‘fertilizzante’ delle acque e fornirebbe le sostanze ideali per la proliferazione delle alghe. Inoltre, il succo di barbabietola è utile sotto forma preventiva e non quando si è già formato il ghiaccio nelle strade e ha il difetto di puzzare moltissimo. Altre alternative prese in considerazione ad esempio riguarda l’estrazione di sostanze dalle patate. Si tratta però di una soluzione ancora impraticabile soprattutto per quanto riguarda il costo di produzione o le temperature in cui si dimostrano realmente efficaci.


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