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Attualità giovedì 07 gennaio 2021 ore 11:00

Polemica negozi etnici, FdI: “Dal Pd propaganda”

Via Roma a Montevarchi
Via Roma a Montevarchi

Sulle nuove e dibattute regole per il commercio in centro storico il partito sostiene il sindaco Chiassai: “Norme sensate, nessun razzismo”



MONTEVARCHI — Le regole sono sensate, giuste per mantenere il decoro del paese e non sono frutto di sentimenti di razzismo nei confronti dei commercianti stranieri. Fratelli d’Italia sta con il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai, e con l’amministrazione che ha proposto un nuovo regolamento (approvato in consiglio comunale con i soli voti della maggioranza) per la tutela del centro storico cittadino. Un regolamento che ha scatenato le proteste dei partiti di opposizione (Pd e liste di centro sinistra) per l’obbligo alle nuove attività di installare insegne in italiano e di destinare la maggior parte della superficie dei punti vendita a prodotti locali cosa che significa automaticamente lo stop ai negozi etnici.

Davanti alle accuse – soprattutto del partito democratico cittadino – di razzismo e xenofobia, FdI non ci sta e attraverso la voce del presidente provinciale Francesco Lucacci e il consigliere comunale montevarchino Lorenzo Allegrucci ribatte accusando proprio il Pd di avere due pesi e due misure, visto che molte città, anche toscane, a guida di questo partito o del centrosinistra hanno approvato analoghe disposizioni per la tutela dei centri storici.

“Ancora una volta, a fronte di un regolamento sensato e necessario, il Partito Democratico di Montevarchi si straccia le vesti, accusando addirittura il sindaco Silvia Chiassai di razzismo” tuonano i due esponenti di Fratelli d’Italia. “Tutelare il decoro e rilanciare il commercio e l'artigianato italiano è anomalo solo per il Pd di Montevarchi”.

“Vogliamo ricordare che regolamenti specifici sul centro storico simili a quello approvato a Montevarchi, che impongono in queste aree della città di avere solo certi tipi di attività commerciali e cartelli scritti nel nostro alfabeto per risultare comprensibili, sono stati proposti e approvati in tante altre città toscane, con giunte di centrodestra come Arezzo, ma, senza che al Pd di Montevarchi se ne siano mai accorti, anche con giunte di centrosinistra a guida Pd come addirittura Firenze e Prato£ evidenziano Lucacci e Allegrucci.

“Se davvero i detrattori del regolamento, che stanno fomentando la polemica contro l’amministrazione di Montevarchi, credono a quello che hanno dichiarato sulla stampa, allora perché non hanno gridato allo scandalo quando a produrre atti come questo sono stati i sindaci del loro stesso partito? In questo regolamento si tutelano la cultura, la tradizione e l’identità di un’area che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello di Montevarchi".

"Permettere minimarket e negozi etnici nei centri storici e accettare una scrittura non comprensibile per tutti sui cartelli, non ha nulla a che fare con l'integrazione e l'accoglienza. I nostri centri storici si caratterizzano, oltre che da un punto di vista architettonico, anche nelle attività artigianali e commerciali che devono dare continuità al patrimonio storico e culturale delle città. Ma a quanto pare, se le persegue un sindaco di centrodestra, la tutela e il decoro della città e il rilancio del commercio e dell'artigianato italiano diventano delle gravissime colpe per il Pd. È la solita sterile e ridicola propaganda politica locale - concludono - di chi non sa nemmeno cosa fa il proprio stesso partito a qualche decina di chilometri”.


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