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Attualità domenica 07 febbraio 2021 ore 16:44
L’olio del Valdarno ora può guardare al Giappone
Un accordo con il Paese del sol levante permette l’abbattimento dei dazi doganali per i tanti produttori locali di extravergine d’oliva Toscano Igp
VALDARNO — Novità per l’extravergine del Valdarno nell’ambito dell’accordo di partenariato economico tra l’Unione Europea e il Giappone, poiché l’olio extravergine d’oliva Toscano Igp è entrato nell’elenco dei nuovi 28 prodotti agricoli europei di qualità protetti nel Paese del sol levante. Un accordo che permette l’abbattimento di gran parte del miliardo di euro di dazi doganali pagati ogni anno dalle aziende europee che esportano in Giappone.
“Si tratta di un traguardo che fornisce un’ulteriore grande opportunità a uno dei nostri prodotti d’eccellenza – ha commentato la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Grazie alle sue diverse proprietà salutistiche, aspetto molto apprezzato e tenuto in alta considerazione dal popolo giapponese, sono sicura che l'olio extravergine toscano Igp avrà grande successo anche da loro. Non solo, l'apertura in Giappone potrebbe portare in prospettiva ad un’apertura in tutto il Sud est asiatico”.
In Valdarno la produzione di olio d’oliva risale al secolo XVIII quando le fasce collinari sotto la strada dei Setteponti, e dell’altro lato, sotto i monti Del Chianti, furono destinate alla coltivazione di piante d’olivo.
Nel Valdarno superiore le zone maggiormente vocate alla produzione di extravergine sono due: le colline di Reggello, dove si produce un olio con un bassissimo grado di acidità, che oscilla appena tra lo 0,1 e lo 0,2% e le colline di Pergine Valdarno con il famoso “Pergentino”. Comunque un ottimo olio viene prodotto in tutte le altre aree collinari della zona comprese fra i 300 e i 500 metri d’altitudine come ad esempio Mercatale, Moncioni e Montegonzi, nel versante del Chianti, e Piandiscò, Castelfranco di Sopra e Loro Ciuffenna dalla parte del Pratomagno.
Il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli.
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