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Attualità sabato 10 aprile 2021 ore 11:29

Ambiente, la situazione dopo l’incendio alla Lem

Il torrente Caposelvi
Il torrente Caposelvi

Il personale Arpat ha fatto un sopralluogo nell’area industriale interessata dal rogo: fumi limitati alla zona, impediti sversamenti nel torrente



LEVANE — I fumi dell’incendio non si sono spinti oltre la zona e sono state bloccate le acque di spegnimento e le relative schiume in modo che non confluissero nel vicino torrente Caposelvi.

Sono gli elementi principali dell’intervento dell’Arpat sul luogo dell’incendio che giovedì sera ha interessato lo stabilimento Lem nell’area industriale di Levane, nel comune di Bucine.

I tecnici dell’agenzia regionale toscana per la protezione ambientale della Toscana a conclusione del rapporto a seguito del sopralluogo e “ai fini della corretta gestione dei rifiuti originatesi dall’incendio, hanno proposto al sindaco di Bucine, di emettere un’ordinanza nei confronti del legale rappresentante della ditta Lem srl, che imponga la rimozione di tutti i rifiuti derivanti dall’incendio e dalle operazioni di bonifica post incendio della struttura (comprese le acque di spandimento)”.

L’Arpat è intervenuta ieri sta mattina su attivazione da parte della Sala operativa della Protezione Civile.

L’incendio – spiegano dall’ente - ha interessato le vasche galvaniche con soluzioni per i trattamenti galvanici e diverse strutture di polietilene e Pvc; inoltre, i Vigili del Fuoco hanno riferito che anche il magazzino delle materie prime è stato coinvolto dall’incendio ma all’interno dello stesso, secondo le dichiarazioni del proprietario agli operatori, sembra non fossero stoccati cianuri”.

“Gli operatori Arpat – spiegano dall’agenzia - hanno fatto installare una pompa nel pozzetto di raccolta delle acque meteoriche dilavanti prima della loro immissione nel torrente di Caposelvi, in modo da interrompere lo sversamento delle acque di spegnimento e delle relative schiume nel corso d’acqua. I tecnici inoltre hanno provveduto a prendere contatti con la Azienda Sanitaria competente per territorio”.

“Arpat ha anche verificato la situazione meteo che presentava solo venti deboli che hanno spinto i fumi verso est-sud-est. Per quanto riguarda le aree di ricaduta maggiormente interessate, si ritiene che siano sostanzialmente corrispondenti con quelle già interessate dall’incendio verificatosi la settimana scorsa, con ricadute entro 300 metri dallo stabilimento. La mappa delle ricadute costruita in quell’occasione – conclude l’Arpat - è stata pertanto riconfermata per ogni azione che gli Enti competenti intendessero intraprendere”.


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