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Attualità lunedì 12 luglio 2021 ore 17:00

Il terremoto e quella Figline che non ti aspetti

Paolo Butti autore del libro sulla Chiesa di Ponterosso

Tante le curiosità che emergono dal libro di Butti, dove si ripercorrono con una pazienza certosina cinque secoli di storia della Chiesa di Ponterosso



FIGLINE E INCISA — Era il 27 dicembre del 1770, giorno di San Giovanni Evangelista. Prima dell’alba, “a cinque ore e un quarto della mattina” a Figline si avvertì “una scossa di terremoto gagliarda, che durò un buon Credo, e susseguentemente altre sei piccole scosse si sentirono”. Anche se il linguaggio è arcaico, ancora oggi è facile intuire i momenti di paura che il movimento tellurico sentito chiaramente dai figlinesi oltre 250 anni fa, può aver provocato nella popolazione locale. Tant’è che i religiosi del Monastero di Santa Maria a Ponterosso annotarono nei loro scritti che dopo il sisma “grazie al Signore non seguì verun male a questo monastero, ma però in queste vicinanze fece del gran male”.

Queste e altre curiosità sono contenute nel libro “La chiesa e il monastero di Santa Maria a Ponterosso - Cinque secoli di storia nella terra di Figline Valdarno”, un interessante e corposo volume scritto da Paolo Butti per Florence Art Edizioni. Ed è merito del professore e scrittore figlinese, se oggi possiamo riscoprire, quasi nel dettaglio, una larga fetta di storia che interessa una parte importantissima di Figline, che ha finito per influenzare la vita religiosa e civile dell'intero Valdarno. 

Il libro che il professor Butti ha presentato qualche giorno fa, proprio a Ponterosso, non è solo la cronistoria di un complesso edilizio religioso, ma si presenta come un minuzioso affresco di vita quotidiana, dove la devozione popolare si intreccia con gli interessi sociali e religiosi dell’epoca. Una storia che inizia nella seconda metà del XV secolo, quando fu affrescata l’immagine della “Madonna col Bambino” attribuito alla scuola del Perugino - opera che oggi si può ammirare proprio sull’altare maggiore della chiesa di Ponterosso – e che poi si dipana nello scorrere dei secoli, attraverso grandi eventi e anche fatti di ordinaria quotidianità, incontrando personaggi noti e popolani. Vicende che ripercorrono il mutare delle tradizioni e anche le usanze dell’epoca, riscoprendo il lungo elenco dei religiosi e dei numerosi ordini che si sono alternati sia alla guida che nella custodia del complesso religioso di Ponterosso.

Il libro è il frutto di una ricerca meticoloso di Paolo Butti, docente di materie letterarie, nato a Figline Valdarno, dove ancora vive e opera. All’ateneo fiorentino, dove si è laureato, Butti ha avuto tra i suoi maestri Piero Bigongiari e Sergio Romagnoli. Oltre ad essere autore di saggi di argomento letterario, storico e artistico, Paolo Butti è anche poeta. Per le sue attività ha ricevuto importanti riconoscimenti da parte della critica e si è aggiudicato anche numerosi premi.

Nel libro che ripercorre la storia della chiesa e del monastero di Ponterosso, il professor Butti sfoggia doti di storico attento e dotato di una meticolosità certosina, capace di dare rilievo ai documenti scovati in anni di paziente lavoro, compreso il periodo funestato dalla pandemia. Una scelta metodologica precisa quella di Butti che, come lo stesso autore ammette, da un lato è mirata a portare alla luce questi antichi documenti per “per non lasciarli ancora al buio silenzioso degli archivi, dall’altro per mettere il lettore a diretto contatto con le fonti per vestire i panni dello storico”.


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