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Attualità giovedì 28 gennaio 2021 ore 11:23

Figline, i cinghiali “attaccano” anche le strade

La strada di Vincesimo attaccata dai cinghiali

Cittadini preoccupati per i danni prodotti dagli ungulati sulle strade vicinali nei pressi di Restone, dove passano i mezzi della raccolta rifiuti



FIGLINE E INCISA — Non solo il ciglio della strada distrutto, ormai le fosse scavate dai cinghiali hanno invaso anche la sede stradale. Sono impressionanti le foto scattate dai cittadini che abitano nella zona di Restone. Gli ungulati selvatici hanno lasciato le loro orme ben impresse nei campi limitrofi alla piattaforma stradale in terra battuta. Il pezzo maggiormente attaccato dai cinghiali riguarda la strada vicinale di Vincesimo, compresa tra le frazioni di Restone e Tartigliese. Una strada bianca che conduce verso alcune case sparse, in direzione di Forestello. Un tratto percorso ogni giorno non solo dai mezzi privati, ma anche dagli automezzi addetti alla raccolta differenziata. “I danni si susseguono – dicono i cittadini della zona - purtroppo i privati non hanno i mezzi economici per impedire il transito dei cinghiali e non hanno neanche i soldi per riparare continuamente la strada. Sarebbe importante trovare una soluzione a questo problema insieme al Comune”.

La questione dei sovrannumero dei cinghiali è tornata di attualità, in questi giorni, anche in Regione. Per colpa del lockdown non si sono tenute le battute di caccia che solitamente vengono organizzate per contingentare il numero degli ungulati selvatici. “Il numero di animali abbattuti rispetto allo scorso anno si è praticamente dimezzato in tutti gli Atc della Toscana - hanno spiegato i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia Alessandro Capecchi, Vittorio Fantozzi, Diego Petrucci e Gabriele Veneri - ciò determina un sovrannumero di ungulati che imperversano per le colture causando danni all'agricoltura e disagi agli automobilisti che spesso si vedono attraversare la strada da questi animali”.

Ma, a chi tocca pagare i danni prodotti dai cinghiali? Alcuni mesi fa la III sezione civile della Corte di Cassazione, (con la sentenza depositata il 20 aprile 2020 n. 7969) ha stabilito che nell’azione di risarcimento dei danni cagionati da animali selvatici, a norma dell’art. 2052 c.c., la legittimazione passiva appartiene, in via esclusiva, alla Regione, poiché titolare della competenza normativa in materia di patrimonio faunistico, come anche delle funzioni amministrative di programmazione, di coordinamento e di controllo delle attività di tutela e gestione della fauna selvatica, pure se casomai svolte, per delega ovvero in base a poteri di cui sono direttamente titolari, da ulteriori enti. La Regione può rivalersi, anche tramite chiamata in causa nel medesimo giudizio promosso dal soggetto danneggiato, verso gli enti a cui sarebbe in concreto spettata, nell’esercizio di funzioni proprie ovvero delegate, l’adozione delle misure che avrebbero dovuto impedire il danno.


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