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Attualità martedì 13 aprile 2021 ore 11:54

Addio Valeriano, il Pentolaio ha raggiunto Coppi

Valeriano Falsini detto il Pentolaio alla tomba di Coppi

È scomparso Falsini, il celebre ciclista valdarnese ricordato come l’ultimo gregario del Campionissimo. La sua bella storia fu raccontata in un film



FIGLINE E INCISA — Il Pentolaio ha raggiunto in cielo il suo Campionisimo. Valeriano Falsini è scomparso all’età di 93 anni. Di lui, conosciuto da tutti come il Pentolaio, resteranno molte cose: un film a lui dedicato; la biciletta Bianchi che gli regalò il Campionissimo; e poi la maglia bianco-celeste, la stessa “dell’uomo solo al comando”. Resterà soprattutto la sua devozione per Fausto Coppi, il campione che nel 1950 lo accolse nella mitica Bianchi. In quel momento nacque la strana amicizia tra il ciclista più famoso al mondo ed un giovane valdarnese, figlio di un pentolaio, con tanta voglia di emergere tra i professionisti. In realtà le cose andarono diversamente: i postumi di una forte artrosi alla schiena rimediata nel terribile Giro della Toscana del 1950 (vinto da Bartali sotto un temporale continuo) impedirono a Falsini di esprimere tutte le sue potenzialità agonistiche. Ma Coppi non lo abbandonò e lo tenne ancora in squadra per un paio di stagioni agonistiche. Al taciturno campionissimo di Castellania piaceva il carattere schietto e spiritoso di Valeriano, che lui chiamava sbrigativamente “Valerio”. Proprio da questo particolare nacque il film “Mi chiamava Valerio” con la regia di Patrizio Bonciani e Igor Biddau, presentato nel 2013 in occasione dei Campionati del mondo di ciclismo che si svolsero a Firenze.

La storia di amicizia tra il toscanaccio ciarliero e il Campionissimo di poche parole si interruppe solo con l’improvvisa scomparsa di Angelo Fausto, il 2 gennaio 1960. Ma “Valerio” non riuscì mai a dimenticare il suo amico campione. Così ogni anno, il 2 gennaio, Valeriano saliva a Castellania con la sua mitica biciletta Bianchi, una di quelle utilizzate da Fausto per vincere il Tour de France del 1952, per rendere omaggio al campione e all’amico scomparso. Con il tempo anche i giornalisti si accorsero di questa nobile abitudine dell’ex ciclista Falsini, detto “Il Pentolaio” proprio per via dell’attività praticata dal padre. Così, anno dopo anno, nacque la leggenda dell’ultimo gregario di Coppi, soprattutto dopo che se ne erano andati gli storici scudieri del grande Fausto, come Andrea Carrea detto “Sandrino” o Ettore Milano.

In realtà Valeriano era stato in gioventù anche un atleta di spessore. Leggendarie le sue sfide, nell’immediato secondo dopoguerra, con Amerigo Sarri, il padre di Maurizio. Nella categoria dei dilettanti Falsini vinse 19 gare, addirittura nel solo 1949 se ne aggiudicò 11. Per questo fu ingaggiato da Girardengo per il debutto tra i professionisti con la formazione Girardengo-Hutchinson, capitanata dal campione belga Rik Van Steenbergen. Poi, durante un allenamento sulla riviera ligure, Valeriano conobbe Fausto Coppi. E fu l’inizio di una bella storia, che ora sfoglia l’ultima pagina.


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