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Attualità sabato 12 giugno 2021 ore 12:46

Compra le scarpe di Michael Jordan, ma sono false

Raggirato un giovane collezionista valdarnese. I Carabinieri denunciano quattro persone per varie truffe commesse su tutto il territorio



CASTELFRANCO PIANDISCO' — La tecnica è nota: utilizzare le piattaforme digitali per proporre la vendita di un oggetto particolarmente ambito, a un prezzo particolarmente vantaggioso. Una volta ricevuta la manifestazione d’interesse, al malcapitato di turno viene richiesto un pagamento anticipato, salvo poi trovarsi di fronte alla brutta sorpresa: la merce non viene mai consegnata, oppure non è corrispondente a quanto riportato nell’inserzione.

Questa volta i presunti truffatori sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno. Quattro persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria dai Militari di Castelfranco Piandiscò e di Levane

Nel primo episodio, che ha visto l’impegno dei Carabinieri di Castelfranco Piandiscò, tutto è iniziato quando la vittima designata – un giovane collezionista originario del luogo – effettuando delle ricerche su una App dedicata al merchandising fashion-sportivo, si è imbattuto in un’offerta di vendita di un paio di scarpe sportive, replica delle calzature da pallacanestro indossate dal grande Michael Jordan quando negli anni Novanta calcava il parquet della NBA statunitense. Scarpe che sul mercato del collezionismo – è stato accertato nel corso delle indagini – possono raggiungere quotazioni di svariate migliaia di euro, e che invece, nell’annuncio in questione erano state messe in vendita a 750euro, somma che l’ignaro collezionista ha immediatamente provveduto a bonificare. Salvo poi, una volta ricevuto il pacco, accorgersi che le scarpe inviategli erano un falso ben realizzato. Al malcapitato, resosi conto del raggiro, non è restato che rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Castelfranco Piandiscò, i quali, partendo dalle informazioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti a ricostruire il circuito truffaldino. Dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, infatti, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del truffatore, una giovane residente in nord-Italia, a sua volta inserita nel circuito del collezionismo fashion-sportivo. La donna è stata deferita per truffa in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.

Gli altri episodi hanno invece visto operare i Carabinieri di Levane, i quali, all’esito di una prima indagine, hanno identificato un pregiudicato campano che ha fraudolentemente posto in vendita, su un popolare portale online, un furgone usato ad un prezzo particolarmente vantaggioso. La parte offesa – che successivamente ha denunciato il tutto ai Carabinieri della frazione montevarchina – è stata così indotta a perfezionare un bonifico di alcune centinaia di euro a titolo di acconto, e successivamente ad emettere e consegnare un assegno, a titolo di saldo, di circa 5mila euro. Il tutto per un furgone che non è mai stato consegnato. Gli accertamenti investigativi condotti dai Carabinieri di Levane hanno consentito di appurare che l’automezzo era già stato oggetto di passaggio di proprietà in favore di un terzo soggetto, risultato però estraneo ai fatti, per i quali il pregiudicato campano è stato deferito in stato di libertà alla procura della Repubblica di Arezzo.

Un’altra indagine lampo – sempre condotta dai Carabinieri della Stazione di Levane – ha invece consentito di denunciare due donne pregiudicate, ree di aver messo in commercio online un prodotto assicurativo contraffatto (assicurazione auto), riproducendo marchi e loghi di una notissima compagnia di assicurazioni, ed inducendo la parte offesa – una giovane donna residente appunto a Levane – a bonificare la somma di 300 euro a titolo di saldo del relativo premio. Anche in questo caso, le indagini tempestivamente compiute dagli investigatori dell’Arma hanno consentito di ricostruire il flusso del denaro, identificare le due donne e deferirle per truffa in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.


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