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Attualità mercoledì 12 agosto 2020 ore 12:30

Il Valdarno protegge i segreti del suo Maurizio

Maurizio Sarri

Giornalisti e troupe televisive cercano da giorni e inutilmente di penetrare la cortina di riservatezza eretta intorno all’ex allenatore della Juve



CASTELFRANCO PIANDISCÒ — In questa terra, dove ad ogni angolo trovi una scritta o una bandiera viola, sostenere che i valdarnesi sono afflitti per il divorzio tra Sarri e la Juventus sarebbe una vera eresia. Dispiaciuti per il “loro” Maurizio, questo sì. Perché - aldilà delle appartenenze delle tifoserie - qui in Valdarno “Il Secco” si è fatto benvolere comunque. Sul piano sportivo di sicuro: basta chiedere a Faella, Cavriglia e soprattutto a San Giovanni. Ma anche sul piano umano Maurizio ha molti estimatori. Fino a quando non è andato a Napoli, finendo inevitabilmente sotto i riflettori, era facile trovarlo, il lunedì mattina, davanti alla Casa del Popolo di Matassino, intento a fumarsi una delle prime sigarette di giornata. Una “sana” abitudine che si è dovuta interrompere dal giorno in cui Enzo Bernardoni, l’amico barista, dovette nasconderlo velocemente dentro il magazzino delle birre, per sottrarlo alla folla che si era accalcata davanti al locale.

Soprattutto è stato durante il periodo del lockdown che Maurizio ha ricambiato concretamente la stima dei suoi concittadini: “Ha regalato quattromila mascherine, e appena prima era venuto qui per la festa della Fulgor” ha detto Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, a uno dei tanti giornalisti che da giorni cercano inutilmente di penetrare la cortina di riservatezza eretta intorno all’ex allenatore della Juve. Ma gli amici fanno muro, anche se conoscono bene le sue abitudini, i suoi piccoli segreti, le sue superstizioni. Anche perché tutti riconoscono il carattere poco incline a compromessi di Maurizio: il silenzio che si è imposto è una cortina di protezione eretta a sua tutela. Qui lo sanno anche i bambini che ogni parola pronunciata può essere utilizzata contro di lui: i grandi giornali e il palazzo del potere calcistico non lo hanno mai sopportato. Lo hanno sempre considerato uno estraneo al sistema. L’alternanza Conte-Sarri-Conte all’Arezzo fu antesignana di future antipatie per il mister venuto su dal nulla, che non aveva amicizie in alto loco. “Arduino Casprini un giorno ci raccontò quello che aveva dovuto fare per avere Maurizio a San Giovanni” racconta una persona che ha raccolto le confidenze del Presidentissimo, scomparso nel 2004: “In Federazione non ci pensavano minimamente a concedere la deroga a Sarri per allenare in C2. Altro che generoso riconoscimento per la conquista della Coppia Italia dilettanti, come è stato sempre raccontato! Alla fine Casprini riuscì ad imporsi contro i ‘niet’ che arrivavano da Firenze. Ma ci riuscì solo perché Arduino era Arduino. Altrimenti la carriera di Maurizio sarebbe stata stoppata anni fa, dopo Sansovino”.


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