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Attualità giovedì 27 agosto 2020 ore 14:19

Valdarno patria del tartufo, ma ora è polemica

Produzione locale rinomata. “Ma se passa in Regione la proposta di Siena, anche noi saremo costretti proteggere il nostro territorio dagli intrusi”



VALDARNO — “I tartufai senesi vogliono rimettere le barriere ai confini delle altre Province Toscane? Allora anche noi saremo costretti a comportarsi di conseguenza e proteggere il nostro territorio dagli intrusi che non vogliamo”. I tartufai del Valdarno, che fanno parte dell’Associazione Tartufai Valli Aretine (A.T.V.A.) si sono schierati apertamente contro la proposta di legge che dai tartufai di Siena è stata fatta arrivare sul tavolo del presidente della Regione, Enrico Rossi.

Secondo l’Atva non si può consentire che “Siena e la sua Associazione Tartufai Senesi, con soli 250 soci, misera cifra rispetto a quanti sono tutti gli altri tartufai toscani, consenta di chiudere tutti i siti produttivi”.

I tartufai del Valdarno e delle altre valli aretine si sono quindi attivati per presentare una loro proposta al presidente della Regione “Vogliamo mantenere una speranza che queste normali richieste, assai discordanti da quelle dei senesi, non restino in un cassetto, sostituite da quelle che una sola singola Associazione Tartufai Senesi ha già data per scontata”.

Queste alcune delle proposte, che complessivamente si articolano in una decina di punti: 1) La raccolta dei tartufi è libera: nei boschi, nei terreni non coltivati, (come sancisce la legge nazionale e regionale) e lungo le sponde e gli argini dei corsi d’acqua classificati pubblici dalla vigente normativa; nei parchi e nelle oasi, con esclusione delle zone di riserva integrale, nonché nelle aree demaniali, nelle zone di ripopolamento e cattura, zone di addestramento cani; 2) La delimitazione delle tartufaie controllate e/o coltivate non può comprendere argini e sponde dei corsi d’acqua; 3) Per istituire una Riserva Controllata occorre che questa produca almeno due chili di tartufo, riconosciuto da apposita Commissione, composta anche da un rappresentante di una associazione riconosciuta; 4) La superficie massima delle tartufaie controllate non può superare i tre ettari; 4) La distanza minima tra due Tartufaie Controllate e/o Coltivate deve essere minimo 500 metri. Seguono poi altri punti più specifici.

L’area della Valdarno è rinomata per la qualità dei suoi tartufi neri, dello scorzone, del bianchetto e dell’uncinato. Recentemente in località Terranuova Bracciolini è stata scoperta una importante tartufaia: si tratta di un’area estesa per circa tre ettari dove cresce un’ottima qualità di tartufo bianco. La zona si trova nel cuore di un bosco di querce e pioppi. I tartufai del posto si sono attrezzati in modo da organizzare diverse escursioni per i turisti (italiani e stranieri, russi e tedeschi in particolare) ospiti delle strutture alberghiere della zona. Durante le gite vengono effettuate anche degustazioni dei prodotti della terra.

Sempre a Terranuova Bracciolini si possono trovare anche splendidi esemplari di tartufo nero. Il tartufo nero è un prodotto meno ricercato rispetto al tartufo bianco, ma si sposa alla perfezione con gli aromi e i sapori della tradizione enogastronomica toscana.


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