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Politica sabato 28 novembre 2020 ore 15:56

E ora Brogi dice a Pasquini: chapeau

Enzo Brogi e Carlo Pasquini
Enzo Brogi (a sinistra) e Carlo Pasquini

L’ex sindaco di Cavriglia a distanza di anni riconosce i meriti del collega di Terranuova nella visione di governo. Anche sulla discarica



VALDARNO — A volte ritornano. Su facebook. Ha scelto un post (lo ammette lui, “lunghino”) per parlare del suo ex collega. Non una riunione di partito o un’affollata assemblea – che forse non esistono più – ma un luogo virtuale che mette stranamente insieme la ribalta dello spazio pubblico e l’intimità dell’angolo privato. 

È scrivendo su facebook che Enzo Brogi ha voluto rendere onore a Carlo Pasquini. A distanza di anni da quando entrambi erano alla guida di Cavriglia e Terranuova. In un’epoca – erano gli anni ’90 – in cui il Valdarno era in fermento, i paesi più piccoli sapevano farsi valere ed erano tenuti in conto dalle più alte istituzioni anche per la vivace personalità dei loro sindaci. Era il tempo delle svolte, quando il Pci prima diventò Pds per poi perdere la P e riacquistarla più tardi col Pd.

Diversi, ma poi mica tanto, loro due. Militanza di partito da cani sciolti, da cui ci si poteva aspettare qualche uscita a sorpresa, distinguo, personali puntualizzazioni. Dopo che la fascia tricolore è stata smessa, a distanza di 15 anni da quando si sfidarono faccia a faccia per un seggio in consiglio regionale (vinto da Brogi), ora che entrambi sono nel loro rispettivo “buen retiro” fatto di libri, viaggi e foto, lontani dall’agone politico (anche se Brogi ha ancora un ruolo pubblico come presidente del Corecom toscano) arriva l’omaggio dell’ex primo cittadino cavrigliese all’omologo di Terranuova.

“Oggi, dopo molti anni, sento il dovere (ma anche il piacere) di riconoscere che Carlo, fra quelli della nostra generazione, aveva visione e cultura di governo di gran lunga superiori” scrive Enzo Brogi ricordando come sotto l’amministrazione Pasquini il paese di Poggio Bracciolini sia diventato la città che è oggi.

“Carlo ebbe ardimento, avviò una stagione di programmazione e sviluppo riuscendo a gettare le basi per una significativa crescita urbanistica, industriale e commerciale del suo territorio. Cominciarono a delinearsi progetti urbani equilibrati e rispettosi di aree verdi e presero vita importanti opere di risanamento e messa in sicurezza idrica”.

Ripercorrendo la storia di scelte allora non sempre condivise e a volte contestate dai cittadini, Brogi riconosce all’ex collega il merito di aver saputo guardare lontano: sulla chiusura delle scuole delle frazioni per promuovere il “campus scolastico” di Terranuova “un esempio d’avanguardia, con risultati didattici e di formazione eccellenti”, sul piano economico sapendo “cogliere le opportunità offerte dalla vicina uscita autostradale facendo crescere con attrattive socio economiche il polo industriale della pelletteria, quello dell’elettronica, le infrastrutture”. 

E poi sulle scelte difficili dell’impianto Snam e della discarica su cui ancora oggi si discute. “Con altrettanto coraggio, Carlo si assunse la responsabilità di scelte che sicuramente non restituivano, almeno nell’immediato, consenso da parte dei cittadini” scrive Brogi. “È di quel periodo, infatti, l’impianto di compressione della Snam. Chilometri di tubi e di gas che attraversarono vigneti ed oliveti in una delle zone paesaggisticamente più rilevanti del territorio. E ancor più impattante, fu la realizzazione di una grande area di smaltimento rifiuti che ancora oggi rappresenta opportunità e criticità infinite. Opere che forse indebolirono il consenso del sindaco ma che lasciarono rendite cospicue nei bilanci comunali dei suoi successori”.

Parole di quando si guardano le cose dalla giusta distanza regalata dal tempo trascorso dai fatti. Chapeau. Ad entrambi.


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