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Attualità lunedì 25 gennaio 2021 ore 11:30

Shoah, la poesia di Peter sui muri della città

Manifesti con i versi di un bambino morto nel lager nazista affissi in giro per il paese: così il Comune celebra il “Giorno della memoria”



SAN GIOVANNI — Sui muri, sulle bacheche, sugli spazi delle affissioni: è qui che in questi giorni, sparsi per tutto il paese si possono leggere i versi di una poesia. L’ha scritta Peter un bambino ebreo morto in un lager nazista. È così che il Comune di San Giovanni celebra il “Giorno della Memoria” in occasione del 27 gennaio la data scelta a livello internazionale per di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico).

Nei manifesti due fiori rossi, avvolti nel filo spinato e la poesia triste e commovente di Peter, un bimbo ebreo del ghetto di Terezin: “Su un acceso rosso tramonto, sotto gli ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, ieri i giorni sono tutti uguali, belli come gli alberi fioriti. È il mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Un filo spinato impedisce che qui dentro sboccino fiori. Non posso volare, non voglio morire”.

“Quest’anno la situazione contingente di emergenza sanitaria legata alla pandemia non ci consente di organizzare iniziative di memoria e di testimonianza destinate agli studenti delle scuole e alla nostra comunità, come da tanti anni il Comune di San Giovanni promuove” spiega il sindaco Valentina Vadi, “tuttavia abbiamo diffuso nel territorio comunale dei manifesti in cui si commemora il 27 gennaio e, con una breve ed intensa poesia, si ricorda il dolore silenzioso di tanti bambini testimoni e vittime della Shoah”.

Perché la memoria abbia un senso – aggiunge il primo cittadino – è importante non solo denunciare ma capire cosa accadde in Europa da un punto di vista storico, culturale e sociale. Col passare degli anni e con l’esaurirsi di testimonianze dirette, diventa sempre più rilevante conoscere, riflettere e lavorare perché l’inclusione, l’accoglienza siano considerati cardini della nostra società. In questo 2021 si sentono ancora parole di odio che non devono essere tollerate. Ancor più grave quando provengono da istituzioni o personaggi pubblici, veicolate attraverso gli strumenti di comunicazione di massa. Abbiamo la responsabilità di tenere vivo il passato e vigilare con attenzione e consapevolezza. Senza sottovalutare. Senza voltare lo sguardo altrove quando vediamo qualsiasi episodio di intolleranza o udiamo pronunciare parole che incitano la violenza. Decidiamo noi come dipingere il nostro futuro”.


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