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Attualità mercoledì 04 agosto 2021 ore 13:30

Lo stop alle “Aslone” approvato a maggioranza

medici
Foto di repertorio

Nella seduta del consiglio comunale di oggi è “passato” il documento del sindaco per tornare a una sanità gestita a livello provinciale



MONTEVARCHI — È stato approvato con i voti della maggioranza l’ordine del giorno presentato dal sindaco Chiassai nel consiglio comunale d Montevarchi riunitosi oggi pomeriggio per l’abolizione delle mega-Asl e per tornare a “una organizzazione e gestione sanitaria a livello di ambito provinciale”. Montevarchi e il Valdarno aretino appartengono all’ambito territoriale di competenza della Asl Toscana Sud Est che comprende le province di Arezzo, Siena e Grosseto ovvero una delle tre cosiddette “Aslone” in cui è suddiviso il territorio regionale. Strutture troppo grandi che – a detta di molti – non hanno dato le giuste risposte in ambito sanitario alla popolazione.

“Ho richiesto la convocazione di un consiglio comunale, prerogativa prevista dal regolamento, perché la nostra amministrazione è da sempre in prima linea nella difesa della sanità e del diritto alla salute – afferma il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai - Pur essendo a fine mandato, ho ritenuto importante esprimersi per chiedere alla Regione la revisione dell’attuale sistema sanitario diviso in tre mega “aslone” e l’abrogazione della legge (n. 84/2015).

“A distanza di sei anni, quella riforma voluta dall’ex Presidente Enrico Rossi ha mostrato il fallimento di una politica sanitaria accentratrice, capace soltanto di creare disservizi per il territorio e per gli ospedali, specialmente nelle zone periferiche o di confine. Un passaggio drammatico che ha portato poi alla revisione anche dei distretti sanitari passati da 34 a 26 in cui il Valdarno ha continuato ad essere un’area periferica divisa dal “muro” di due mega aslone (la Tse per la vallata aretina e la Toscana Centro per il Valdarno fiorentino, ndr).

“Con molto piacere, vedo oggi un’apertura di tanti, politicamente trasversale, per tornare indietro da quella scelta risultata non funzionale. Finalmente è evidente a tutti, anche a coloro che hanno voluto questa riforma, la necessità di chiudere un’esperienza totalmente fallimentare e promuovere una programmazione sanitaria che torni all’ambito provinciale, a vantaggio dei cittadini e dei territori. Un ripensamento che dovrebbe riguardare la gestione di tutti i servizi e non solo quelli sanitari”.

“Dobbiamo essere consapevoli, andando ben oltre le divisioni e le appartenenze politiche, che questa organizzazione – aggiunge Chiassai - non è stata in grado di tutelare la salute, lo sviluppo e la valorizzazione delle professionalità che devono avere come punto di riferimento il mantenimento degli standard qualitativi delle strutture ospedaliere e sanitarie presenti nel territorio”. “Il nostro ospedale (della Gruccia) è stato classificato di primo livello grazie al mio impegno in prima persona, portato avanti in questi anni, per non incorrere nel depotenziamento dei reparti e dei servizi. Un riconoscimento annunciato durante la campagna elettorale per le elezioni regionali ma che ad oggi è rimasto sulla carta perché si continuano ad avere gli stessi problemi di carenza di personale e di risorse insufficienti”.

“Per questo motivo - conclude Chiassa - è necessario procedere con una svolta a favore di una sanità provinciale che torni ad essere a misura di cittadino, anche in considerazione delle risorse e dei fondi a disposizione con il nuovo Pnrr per garantire un’effettiva ripartenza della nostra sanità regionale”.


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