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Cronaca giovedì 07 novembre 2019 ore 11:31

Condanna Fiesoli, il caso Forteto partì da Figline

Rodolfo Fiesoli si è presentato in una caserma dei carabinieri di Padova

Parla la mamma che nel 2000 vinse la causa presso la Corte Europea. Fu l’inizio della fine per i responsabili della comunità per minori del Mugello



FIGLINE INCISA — Rodolfo Fiesoli, il “profeta” della comunità per minori del Forteto si è presentato nella notte in una caserma di Padova, dopo la sentenza emessa della quarta sezione penale della Cassazione. La Corte suprema ha rigettato il ricorso che lo stesso Fiesoli aveva presentato contro la condanna a 14 anni e dieci mesi per maltrattamenti e violenza sessuale (anche su minori) emessa nell’ottobre dello scorso anno, al termine dell’appello bis che si era svolto a Firenze.

Pochi ricordano che il caso, clamoroso, degli abusi commessi nella comunità di Vicchio del Mugello, scoppiò grazie alla battaglia, lunga e coraggiosa, portata avanti da una mamma di Figline Valdarno.

Ancora oggi è rintracciabile su internet la sentenza del 2000 “Scozzari - Giunta contro Italia” dove i responsabili del Forteto furono portati in giudizio dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, proprio su iniziativa della mamma figlinese, madre di due bambini che erano ospitati nel centro.

Per la comunità per minori del Forteto, per Rodolfo Fiesoli e per alcuni suoi collaboratori, quella sentenza europea fu l’inizio della fine.

Oggi Dorina Scozzari vive in Belgio. Per ragioni di sicurezza si muove in incognito. Sul viso porta ancora i segni di una brutale aggressione che l’obbligarono ad un intervento di ricostruzione del viso. Ma le cicatrici maggiori sono quelle che si porta dentro, dopo decenni di battaglie legali, durante i quali ha dovuto fare a meno della vicinanza e dell’affetto dei figli. Ferite morali e psicologiche che ancora non si sono rimarginate. “Dopo tanti anni di lontananza, ora i miei figli hanno ancora difficoltà a chiamarmi mamma” confessa Dorina, che non rinuncia alla sua battaglia in difesa dei bambini abusati. Casi che in Italia si manifestano con una frequenza impressionante: “L’Italia – dice Dorina – deve fare la stessa rivoluzione culturale che nel 1996 fu fatta in Belgio con la ‘marche blanche’, quando l'opinione pubblica, sfilando a migliaia con i palloncini bianchi, pretese che lo Stato prestasse maggiore attenzione ai casi di abusi su minori”.


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