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Attualità sabato 17 aprile 2021 ore 21:08

Variante, Mugnai: fallite le pressioni sulla ditta

Mugnai e i sindaci inaugurano il cantiere della Variantina

La sindaca commenta le notizie circa presunte minacce ad un’azienda assegnataria di commesse per realizzare la cosiddetta “Variantina alla strada 69”



FIGLINE E INCISA — “Ieri ho appreso dall’articolo del Corriere Fiorentino, relativo all’indagine sulle infiltrazioni mafiose in Toscana, di minacce nei confronti di una ditta che risulterebbe assegnataria di commesse per la “Variantina”. Da quanto si evince dallo stesso articolo, il tentativo è risultato fallito”. Con queste parole la sindaca di Figline e Incisa commenta le ultime vicende che hanno toccato il Valdarno nell’ambito dell’indagine portata avanti dai Ros su un presunto traffico di rifiuti industriali.

Proprio su questo episodio commentato dalla Giulia Mugnai c’era stata ieri la richiesta di Fratelli d’Italia affinché la sindaca riferisse in Consiglio. La prima cittadina prende ora lo spunto dalle ultime vicende per approfondire l’argomento.

“Questo tentativo fallito che tocca il nostro territorio – scrive Mugnai - insieme al quadro generale sulla Toscana che emerge dalla stampa, mi porta ad esprimere profonda fiducia e gratitudine per l’azione della Magistratura e delle forze polizia che tutti i giorni lavorano per portare alla luce (e punire) azioni criminali e malavitose, ma desta anche grande preoccupazione. Preoccupazione perché, come ci rappresenta nel suo report annuale l’Associazione Libera, le mafie trovano sempre più terreno fertile anche in Toscana, soprattutto nei luoghi in cui si investe tanto (in lavori pubblici e in attività commerciali) e ancora con più intensità nei periodi di crisi economica. Approfittano delle difficoltà delle piccole e grandi attività, messe a dura prova dall’attuale crisi economica legata all’emergenza sanitaria, e traggono vantaggio dalla loro disperazione”.

“È per questo che non bisogna abbassare la guardia- conclude la sindaca - ma occorre supportare le realtà a rischio e avere fiducia nelle Istituzioni e nella Magistratura, che lavorano per garantire la legalità anche sul nostro territorio. Serve, infine, attivare un’azione anche culturale, perché il nostro tessuto economico e sociale sviluppi gli anticorpi per rigettare ogni tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Non ci salveremo voltando la testa dall’altra parte o pensando che i fenomeni mafiosi abbiano confini geografici e siano relegati ad un solo pezzo d’Italia. Questo tema ci riguarda tutti”.


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