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lunedì 13 ottobre 2025

PAGINE ALLEGRE — il Blog di Gianni Micheli

Gianni Micheli

Diplomato in clarinetto e laureato in Lettere, da sempre insegue molteplici passioni, dalla scena alla scuola, dalla scrivania alla carta stampata, coniugando il piacere della scrittura con le emozioni del confronto con il pubblico, nei panni di attore, musicista, ricercatore, drammaturgo e regista. Dal 2009 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana riversando nella scrittura del quotidiano le trame di un desiderio di comunicazione in cerca dell’umanità dell’oggi, ispirata dalle doti dell’intelligenza, della sensibilità e della ricerca della felicità immateriale.

​Lavare la coscienza

di Gianni Micheli - lunedì 13 ottobre 2025 ore 08:00

In periodi come questi, quando la coscienza diventa talmente sporca da sembrare fango, non resta che lavarla, prima di scuotersi e pentirsi e fare ammenda.

Ecco 10 semplici modi per lavare la coscienza.

1) Se lo sporco è quella patina del tempo, delle parole non dette e delle scelte non fatte, dei pensieri non espressi che sono rimasti a far da meteorismo nella testa, sarà sufficiente la veloce spolverata con un panno in microfibra. Si potrà poi rilasciare la polvere nel vento come cenere di un nemico estinto.

2) Il semplice lavaggio con acqua è sconsigliato a meno che a far da peso sulla coscienza non sia niente di più di una zavorra fatta d’ansia e d’indecisione, quel fremito lieve di una paura repressa.

3) Ottima scelta terra, sabbia o cenere per sfregare quelle coscienze appesantite da rimpianti e incoerenze, innocue bugie e menzogne giornaliere per tirare a campare. L’immobilismo residuo potrà essere raschiato con una paglietta abrasiva in alluminio.

4) Conflitti irrisolti e quella voglia di non perdonare che non fa dormire potranno essere sciacquati con un sapone solido di base, tipo Marsiglia, con tensioattivi naturali, dal profumo lieve, facendo attenzione a quei legami deteriorati che toccano le sfere relazionali bloccando le dinamiche collettive utilizzando molta schiuma e poca acqua.

5) Slealtà e omissioni consapevoli andranno ripulite giornalmente con saponi liquidi anche commerciali, facilmente dosabili ed economicamente sostenibili. Tenendo conto che quella sfiducia logorante e apparentemente irrecuperabile dovrà essere lavata anche 3/4 volte al giorno.

6) Un sapone detergente antibatterico potrà lenire l’unto di comportamenti ingiusti e lesivi verso gli altri tipo tradimenti, sfruttamenti e umiliazioni lasciando quell’alone di sensi di colpa da trattare separatamente con limone o aceto. Attenzione, in questo caso, alle ferite profonde che andranno trattate separatamente con uno speciale sapone astringente allo zolfo.

7) Vergogne profonde e autoaccuse croniche, corrosive, depressive, isolanti e paralizzanti andranno ripulite con gel o soluzioni idroalcoliche, anche senza bisogno d’acqua, nel momento in cui si presentano.

8) Servirà infine un sapone dermatologico, delicato, con ph bilanciato, per tutte quelle azioni gravemente immorali o criminali, violente, ciniche e distruttive, in cui l’ingiustizia espone la coscienza ad un’usura esfoliante di bellezza e umanità.

9) Se troverete la coscienza schiacciata, indurita, gommosa e/o appiccicosa sarà necessario ricorrere ad una mousse capace di combinare la funzione igienica al trattamento etico oltre ad una piacevole esperienza sensoriale. Qui il costo è alto ma ne vale decisamente la pena prima che altre pene, ben più pesanti, sopraggiungano.

Concludo segnalando che alla fine di ogni lavaggio è necessario procedere all’indispensabile asciugatura e lucidatura della coscienza con un panno di pelle di daino, come se fosse uno dei cristalli della vostra autovettura. Potrà essere faticoso ma è un modo per restare legati a quel poco di naturale che è ancora in noi.

10) Agli irriducibili e agli ostinati, qualora richiamati al proprio dovere umanitario, consiglio il più semplice dei sistemi: cancellare la i con una gomma commerciale. Una “coscenza” siffatta, difatti, teme solo il rosso dei professori. Per il resto permane immacolata pur negli errori (e negli orrori).

Gianni Micheli

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