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Cronaca giovedì 26 agosto 2021 ore 14:10

"Continuo ad aspettarmi verità e giustizia"

I genitori di Martina dopo il rinvio della Cassazione. Mamma Franca non si arrende, come il padre Bruno. Contestazione del collettivo femminista



AREZZO — La decisione della sezione feriale della Corte di Cassazione di rinviare al prossimo 7 ottobre, accogliendo l'istanza della difesa, l'udienza sulla morte di Martina Rossi, per la quale sono stati condannati in Appello bis a 3 anni di reclusione i due ragazzi di Castiglion Fibocchi, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, ha suscitato le immediate reazioni dei genitori della studentessa, che non si sono mai arresi e da dieci anni portano avanti la propria battaglia.

“Continuano a buttare il pallone fuori dal campo – ha detto Bruno Rossi, il padre di Martina ai cronisti presenti sul posto – Però c’è anche la volontà di capire che questo reato non può andare in prescrizione”. 

Inoltre, una delegazione del collettivo femminista ‘Non una di meno‘ ha contestato, fuori dal Palazzaccio, i legali della difesa ed ha anche esposto lo striscione: “Verità e giustizia per Martina“. Mentre la mamma Franca ha chiosato "continuo ad aspettarmi giustizia e verità”.

L'udienza si terrà una settimana prima del 16 ottobre, termine entro il quale andrà in prescrizione anche il reato di tentata violenza sessuale di gruppo, per il quale i due aretini sono stati condannati a 3 anni dal secondo processo in Appello, che ha confermato il verdetto di primo grado del Tribunale di Arezzo che aveva inflitto a una pena a sei anni ciascuno, ritenendoli colpevoli anche dell'imputazione di morte in conseguenza di altro reato. 

Reato quest'ultimo già andato in prescrizione nel corso di questo lungo calvario giudiziario che va ormai avanti da dieci anni. Era la notte del 3 agosto 2011 quando la ragazza morì precipitando dal sesto piano, dal balcone di un hotel, di Palma di Maiorca. I magistrati in primo e secondo grado hanno ritenuto che stesse sfuggendo da uno stupro e condannato Albertoni e Vanneschi. Loro si sono sempre dichiarati innocenti.


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